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Ultimo aggiornamento: 8:57 del 19 Giugno

Premierato, Travaglio a La7: “Meloni dice che si rafforza democrazia? Cchiù pilu pe’ tutti. No, è il contrario, c’è l’uomo solo al comando”

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Giorgia Meloni dice che col premierato si rafforzano la democrazia e la stabilità, si fermano i giochi di palazzo e i cittadini scelgono da chi farsi governare? Cchiù pilu pe’ tutti, come direbbe Cetto La Qualiunque. No, in realtà è esattamente il contrario. L’intenzione qui è l’uomo solo al comando“. Sono le parole del direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che a Otto e mezzo (La7) commenta il primo sì del Senato alla riforma del premierato.

Travaglio spiega: “La democrazia, come l’hanno dipinta i nostri costituenti, è un’orchestra dove tutti gli strumenti devono suonare in simultanea alla perfezione, altrimenti l’armonia diventa cacofonia. Questa roba qua invece è un assolo, cioè un uomo solo al comando: i cittadini ogni 5 anni vengono chiamati a consegnare una cambiale in bianco, dopodiché vanno a dormire e ci si rivede 5 anni dopo”.
E aggiunge: “Sono pessime, insomma, le intenzioni della maggioranza, che incredibilmente ha rubato la bandiera all’Ulivo e al renzismo, perché questa è un’idea balzana che nasce nella bicamerale, cioè quella del premier che fa tutto lui. La destra ha sempre voluto il presidenzialismo, cioè l’elezione diretta del presidente della Repubblica, che paradossalmente conterrebbe meno guai”.

Il direttore del Fatto cita il sistema presidenziale americano e quello semipresidenziale francese: “Basta vedere in che condizioni è Biden con la Camera contro, perché votano a metà mandato il rinnovo della metà del Parlamento e il presidente, se non va bene, viene paralizzato dal momento che la maggioranza ce l’ha il partito avversario. Pensiamo alla Francia, che rischia di ritrovarsi un presidente di centro e un governo di estrema destra. E perché? Perché l’uomo solo al comando non esiste nemmeno nei sistemi presidenziali”.

Travaglio conclude: “Nella riforma del premierato c’è l’uomo solo al comando. Il problema è: o fanno la svolta autoritaria, e in questo caso ci vuole una legge elettorale incostituzionale che dà la maggioranza del Parlamento al partito che arriva primo, anche se prende il 20% dei votanti, cioè il 10% degli elettori aventi diritto. Ci provò Renzi con l’Italicum che fu bocciato. L’alternativa è non fare la legge elettorale e allora succede il caos, cioè – chiosa – quello che è accaduto in Israele, dove si sono limitati a stabilire l’elezione diretta del presidente del Consiglio pensando che con una bacchetta magica arrivasse la stabilità. E invece è arrivata più instabilità, perché il presidente del Consiglio non riusciva mai a formare maggioranza in coalizione con altri partiti. Infatti l’esperimento è fallito e sono dovuti tornare indietro. Questo è il bivio, dipenderà tutto dalla riforma elettorale“.

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