“Liberaci dal male”, “Vogliamo tornare a vincere”. E ancora: “I tifosi vogliono contare”. Sono solo alcuni dei tanti striscioni esposti, venerdì scorso, dalle migliaia sostenitori della Lazio scesi tra le strade della Capitale per contestare (per l’ennesima volta) il presidente Claudio Lotito. Il motivo? Una gestione societaria, secondo i tifosi, non all’altezza delle tradizioni del club biancoceleste. Il corteo, organizzato dagli ultrà della Curva Nord, si è dato appuntamento allo stadio Flaminio, luogo simbolo per la storia della Lazio. E poco dopo le 20, sono arrivati a Ponte Milvio. La Questura – che ha autorizzato la manifestazione – ha parlato di circa 6mila persone ma i numeri successivamente alla partenza del corteo sono aumentati attestandosi tra le 8 e le 10mila unità.

“Alla Lazio contano solo due cose, Claudio Lotito e Claudio Lotito”. Forse uno degli slogan più utilizzati dai tifosi che ha evidenziato ancora di più i motivi della protesta. Non solo. “Roma ha visto cadere papi, imperatori, re…altri tiranni cadranno. È solo questione di tempo”, recitava un altro striscione. E poi un altro, ancora più esplicito: “Niente contro Baroni, tutti contro Lotito”.

È da più di una settimana che il sit-in di protesta è stato annunciato. E un comunicato era apparso anche sui canali social del gruppo di tifoseria la Voce della Nord. Un profilo molto attivo che dà voce al popolo laziale. I rapporti tra la tifoseria biancoceleste e il presidente non sono mai stati sereni. A Lotito i tifosi hanno sempre contestato la gestione societaria e le scelte al risparmio quando è stato il momento di costruire la squadra. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ingaggio di mister Marco Baroni. Il tecnico è, secondo gli ultrà, di basso profilo.

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