Leonardo Donno è pronto a denunciare i suoi aggressori. Ieri sera il deputato del Movimento 5 stelle è stato vittima di un’aggressione alla Camera, dopo aver tentato di avvolgere nella bandiera tricolore il ministro Roberto Calderoli, nelle concitate ore in cui si discute il ddl sull’Autonomia differenziata. “Il mio era un gesto tranquillo, simbolico, pacifico, ci sono le immagini. Poi è accaduto il finimondo. Non è stata una rissa, che prevede più persone che si picchiano, c’è stata una aggressione squadrista da più deputati di destra che hanno provato in tutti i modi a raggiungermi, lo hanno fatto con calci e pugni”, ha spiegato il parlamentare ad Agorà, confermando la ricostruzione della rissa di ieri alla Camera. “Devo ringraziare gli assistenti parlamentari, non oso immaginare se non ci fossero stati, mi hanno protetto da questo violenza inaudita”, ha aggiunto.

In un’intervista a Repubblica, il deputato dei 5 stelle, ha ripercorso gli attimi convulsi della bagarre nell’aula di Montecitorio. “Mi hanno preso a calci, un pugno mi ha colpito dritto allo sterno”, spiega. La destra, invece di scusarsi, lo ha accusato di essersi lasciato cadere. Ma Donno ha un refererto medico: “Altro che simulazione, ecco il testo: Durante la seduta ha ricevuto un colpo allo sterno, presentando difficoltà a respirare per alcuni secondi, senza perdere conoscenza. Trasferito in terapia intensiva, parametri vitali normalì. Dopo 7-8 elettrocardiogrammi, mi hanno anche somministrato un antidolorifico”. Tra gli altri parlamentari, al centro del caso c’è il leghista Igor Iezzi, immortalato dai video mentre tenta di colpire Donno con alcuni pugni alla testa: “Non so se sia stato lui, avevo i commessi intorno. Di sicuro mi è arrivato un pugno fortissimo, ho visto proprio la mano che mi colpiva lo sterno. Anche un commesso della Camera ha preso una sberla. Quando sono crollato per terra non respiravo, sudavo tantissimo, mi sento ancora indolenzito. Iezzi della Lega mi ha sfiorato l’occhio con un pugno, questo lo ricordo, e ha tentato di darmene altri 4 o 5, ma non mi pare ci sia riuscito. Ma mica era il solo: c’erano pure Amich, Cangiano e Mollicone di FdI. E un altro leghista, Candiani“.

Donno non sa chi può averlo colpito: “Non so se Mollicone o gli altri che mi circondavano. Nella confusione, non l’ho capito. In ogni caso è una follia. Roba da squadristi. A tutti è capitato di fare a botte, magari, da ragazzi. Ma in Parlamento? È inaccettabile. Dobbiamo forse avere paura di venire qui?”. Il parlamentare torna anche sul suo gesto, che ha scatenato la furia degli altri deputati: “Io non ho fatto nulla di violento, volevo dare il Tricolore al ministro Calderoli, che non lo ha voluto. Forse comunicativamente sono aggressivo, ma violento mai. La verità è che me l’avevano promesse, in questi mesi, sia dalla Lega che da FdI”. Poi spiega di avere intenzione di denunciare i suoi aggressori. “Ora – dice – con il capogruppo Silvestri vedremo se chiedere la sospensione dall’aula di chi è stato violento. Di sicuro rivedrò le immagini e sporgerò denuncia”.

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