Gaza, Israele libera quattro ostaggi con un’operazione nel centro della Striscia: coinvolti anche gli Usa. Hamas: “Uccisi 210 palestinesi”

Quattro ostaggi di Hamas sono stati salvati dallo Shin Bet e dalle Idf – l’intelligence e l’esercito dello Stato di Israele – con un’imponente operazione nel centro della Striscia di Gaza, che ha colpito gli insediamenti di Nuseirat, Deir al-Balah e al-Zawaideh. I quattro prigionieri erano stati rapiti al Nova Festival, teatro del più sanguinoso massacro dei terroristi islamici, che durante l’offensiva del 7 ottobre hanno ucciso 364 partecipanti all’evento musicale nel deserto del Negev. L’operazione, preparata per settimane, è stata approvata definitivamente giovedì sera e ha coinvolto centinaia di membri delle forze armate e dei servizi, oltre all’Unità speciale antiterrorismo della Polizia nazionale: a quanto riferisce la Cnn, ha collaborato anche “una cellula statunitense“. Secondo le Brigate Ezzeldín al Qassam, braccio armato di Hamas, l’esercito israeliano durante l’operazione ha ucciso altri ostaggi. E il portavoce Abu Obeida, che ha definito crimine di guerra l’uccisione di oltre 200 palestinesi nel corso del blitz, ha aggiunto che la mossa israeliana potrebbe aver avuto un “impatto devastante” sulle condizioni di quelli ancora prigionieri.
Hamas: “210 morti e più di 400 feriti” – Secondo il ministero della Sanità di Gaza, espressione di Hamas, i raid aerei condotti da Israele per realizzare il blitz hanno ucciso 210 persone e ne hanno feriti più di quattrocento. Il contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce militare israeliano, stima che il numero delle vittime palestinesi sia invece “sotto le 100”. Sono state trasportate a gruppi di decine negli ospedali di Al-Awda a Nuseirat e dei Martiri di Al-Aqsa a Deir al-Balah. Il capo dell’ufficio politico del movimento, Ismail Haniyeh, accusa Israele di aver compiuto “un massacro contro donne e bambini” e sottolinea di non voler accettare alcun accordo di tregua che non garantisca la sicurezza degli abitanti della Striscia. “Il nostro popolo non si arrenderà e la resistenza continuerà per difendere i nostri diritti di fronte a questo nemico criminale“, attacca. In una dichiarazione postata su Telegram, l’organizzazione afferma che la partecipazione degli Usa ai raid dimostra come Washington sia “complice e completamente coinvolta nei crimini di guerra che vengono perpetrati”. Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha incaricato l’inviato all’Onu di chiedere la convocazione di una sessione d’emergenza del Consiglio di sicurezza.
Morto il capo dell’Antiterrorismo della polizia israeliana – “Gli ostaggi sono stati salvati da due luoghi diversi durante l’operazione nel cuore di Nuseirat. Le loro condizioni mediche sono normali e sono stati trasferiti al Centro medico Sheba-Tel Hashomer per ulteriori esami medici. Le forze di sicurezza continuano ad agire con tutti gli sforzi per salvare i rapiti”, ha informato una nota congiunta di esercito e servizi. La polizia di Tel Aviv ha comunicato la morte nell’operazione del comandante dell’unità Antiterrorismo, l’ispettore capo Arnon Zamora. Secondo le stime del governo israeliano, gli ostaggi presi dal gruppo islamista sono in totale 253: di questi, 112 sono stati liberati nell’ambito di accordi raggiunti nei mesi scorsi o portati in salvo. Si stima che meno di ottanta siano ancora in vita. Quella appena portata a termine è la prima missione riuscita da febbraio per la loro liberazione.
Tra i salvati anche Noa Argamani, apparsa nel video-simbolo – Tra i prigionieri liberati c’è la 25enne Noa Argamani, che era apparsa in uno dei video-simbolo del 7 ottobre mentre, strappata al fidanzato e portata via in moto, supplicava i miliziani islamici di non ucciderla. Più di recente, a gennaio, è comparsa in un altro filmato della propaganda di Hamas. Sua madre Liora, gravemente ammalata di cancro, aveva lanciato un disperato appello per poterla riabbracciare. Poco dopo la liberazione, Argamani ha sentito al telefono il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog: “Sono molto emozionata, non parlo ebraico da così tanto tempo”, gli ha detto, secondo il resoconto del sito Ynet. “Non abbiamo rinunciato a voi nemmeno per un momento”, ha replicato Netanyahu. Aggiungendo: “Non so se ci avete creduto, ma noi ci abbiamo creduto e sono contento che sia successo”. Herzog, invece, ha detto di aver avuto le lacrime agli occhi ascoltando la voce della ragazza. Gli altri liberati sono il 21enne Almog Meir Jan, il 27enne Andrey Kozlov e il quarantenne Shlomi Ziv: tutti sono stati visitati dal primo ministro e dal capo dello Stato in ospedale.
Gantz annulla il discorso dell’ultimatum – “Ancora una volta avete dimostrato che Israele non si arrende al terrorismo e agisce con un’audacia che non conosce limiti per riportare a casa i nostri ostaggi”, ha dichiarato Netanyahu rivolgendosi alle forze israeliane. “Ci impegniamo a farlo anche in futuro. Non cederemo finché non avremo completato la missione e riportato a casa tutti i nostri ostaggi, sia quelli vivi che quelli morti. E voglio ripetere e chiarire che riporteremo a casa tutti”, ha assicurato. Dopo la notizia del blitz riuscito, manifestazioni spontanee di gioia sono esplose in tutto il Paese. Il ministro del Gabinetto di guerra e leader dell’opposizione Benny Gantz ha cancellato la conferenza stampa annunciata per sabato sera, in cui avrebbe dovuto comunicare le proprie decisioni dopo la scadenza dell’ultimatum dato a Netanyahu per un cambio di politica sulla guerra pena l’uscita dal governo: “Il mio cuore è pieno di gioia per il ritorno di Noa, Andrey, Almog e Shlomi”, ha dichiarato. Netanyahu gli ha chiesto ufficialmente di restare: “Non rinunciamo all’unità, anche oggi dobbiamo continuare a mostrare responsabilità”, l’appello del premier su X. La risposta è arrivata a stretto giro: “Accanto alla giustificata gioia per il risultato raggiunto, dobbiamo ricordare che tutte le sfide che Israele deve affrontare sono rimaste tali e quali. Pertanto, dico al Primo Ministro e a tutta la leadership, anche oggi dobbiamo considerare responsabilmente come sia meglio e possibile proseguire da qui”.
Biden: “Non ci fermeremo finché non torneranno tutti” – Commentando l’operazione in conferenza stampa durante la sua visita a Parigi, accanto al presidente francese Emmanuel Macron, il capo della Casa Bianca Joe Biden ha annunciato: “Non ci fermeremo finché tutti gli ostaggi non torneranno a casa e sarà raggiunto il cessate il fuoco”. “Noa, Almog, Andrey and Shlomi: siamo felicissimi di riavervi a casa”, ha detto invece il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, che ha parlato di un'”operazione eroica”: “Idf, Shin Bet e forze speciali hanno operato con straordinario coraggio sotto pesante fuoco e hanno avuto successo nel portare a termine la loro missione”, ha aggiunto. “L’eroica operazione dell’Idf è un trionfo miracoloso. Ora, con la gioia che travolge Israele, il governo deve ricordare il suo impegno a riportare indietro tutti i 120 ostaggi ancora detenuti da Hamas: i vivi per la riabilitazione, gli uccisi per la sepoltura”, dichiara il Forum delle famiglie degli ostaggi. “Continuiamo a chiedere alla comunità internazionale di esercitare la necessaria pressione su Hamas affinché accetti l’accordo proposto e rilasci gli altri 120 ostaggi tenuti prigionieri. Ogni giorno è un giorno di troppo”.