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5 Giugno 2024

Ultimo aggiornamento: 15:02 del 5 Giugno 2024

Gaza, Israele: “Chiude il campo di detenzione di Sde Teiman”. La Cnn ha raccontato le violazioni dei diritti umani sui palestinesi

di F. Q.
Gaza, Israele: “Chiude il campo di detenzione di Sde Teiman”. La Cnn ha raccontato le violazioni dei diritti umani sui palestinesi
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Gaza

Israele

Palestina

Decine di uomini vestiti con tute grigie seduti a terra su coperte ingabbiati dietro una rete sormontata da filo spinato. Tutti bendati, la testa reclinata sotto la luce dei riflettori. L’immagine pubblicata a inizio maggio dalla Cnn era devastante. Ricordava Guantanamo o Abu Grahib. I racconti di chi a Sde Teiman era stato o aveva lavorato avevano fatto il resto e il mondo aveva saputo che nel campo di detenzione per prigionieri palestinesi gestito dall’Israel defense Force nel deserto del Negev venivano violati sistematicamente i più elementari diritti umani. Oggi funzionari della giustizia israeliana hanno annunciato che il governo sta ridimensionando la struttura. Rispondendo a una petizione presentata da un’associazione israeliana, gli avvocati dello Stato hanno affermato che 1.200 prigionieri sono già stati trasferiti e che nel campo, che si trova a circa 30 chilometri dalla Striscia di Gaza, sono rimasti solo 200 detenuti. Secondo i funzionari la riduzione del numero migliorerà le condizioni del campo, il cui futuro deve tuttavia ancora essere deciso.

L’emittente televisiva statunitense aveva raccolto le testimonianze di 3 informatori che hanno lavorato nel campo. I loro racconti avevano aperto uno squarcio sulle torture subite dai prigionieri. Secondo i racconti la struttura è divisa in due parti: recinti in cui i detenuti sono sottoposti a estrema costrizione fisica e un ospedale dove i feriti sono legati ai letti, indossano pannolini e si nutrono tramite cannucce. “Li hanno spogliati di tutto ciò che avevano di umano”, ha raccontato un ex medico. Nella struttura, inoltre, “i pestaggi non erano fatti per raccogliere informazioni. Sono stati fatti per vendetta”, ha raccontato inoltre uno degli informatori alla Cnn, aggiungendo che “è stata una punizione per quello che hanno fatto il 7 ottobre e una punizione per il comportamento nel campo”.

Ad aprile era stato Haaretz ad accendere un faro sulla struttura. In una lettera indirizzata ad alti funzionari israeliani un medico dell’ospedale aveva descritto le condizioni catastrofiche in cui versano i detenuti, incatenati con tutti e quattro gli arti 24 ore al giorno: “A due prigionieri sono state amputate le gambe a causa delle ferite provocate dalle manette”, aveva raccontato l’uomo. Non esiste il rispetto di alcuna disposizione prevista per la salute dei detenuti, aveva aggiunto. “Questo rende tutti noi, le équipe mediche e coloro che ci incaricano nei ministeri della Sanità e della Difesa, complici della violazione della legge israeliana. E forse peggio per me come medico, perché ho violato il mio impegno fondamentale nei confronti dei pazienti, ovunque essi siano, come ho giurato quando mi sono laureato 20 anni fa”.

Le condizioni dei detenuti erano state raccontate dallo stesso quotidiano anche a inizio marzo, quando in prima pagina aveva riportato la notizia di 27 detenuti palestinesi – catturati fra Gaza e la Cisgiordania – morti per i maltrattamenti subiti durante la prigionia, come testimoniavano i loro corpi brutalizzati dalle percosse. Una situazione raccontata anche dai funzionari dell’Unrwa e dalle denunce da loro raccolte: sbarre di ferro per i pestaggi, scosse elettriche, cani e bruciature di sigaretta. Condizioni in violazione del diritto internazionale e che portano spesso alla morte dei prigionieri, i cui corpi vengono sepolti in fosse comuni.

A febbraio a Gaza è stata trovata una di queste con i corpi in decomposizione di decine di detenuti palestinesi bendati e ammanettati, come scritto da Al Jazeera online secondo cui almeno 30 corpi sono stati trovati in “sacchi di plastica neri” vicino alla scuola Hamad, nel nord della Striscia. Il ministero degli Affari Esteri palestinese aveva chiesto un’indagine internazionale su quelli che ha descritto come “massacri” israeliani, chiedendo che una squadra visitasse Gaza “per scoprire la verità e le dimensioni del genocidio a cui è esposto il nostro popolo”.

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  • 17:07 - Sport, Nepi: "E' ascensore sociale, Caivano lo dimostra"

    Roma, 20 dic. - (Adnkronos) - "A Caivano abbiamo creato una situazione che va oltre l’impianto sportivo. Siamo riusciti a portare a termine il lavoro e oggi, anche grazie alla sinergia con le Fiamme Oro, più di mille ragazzi fanno attività in quegli impianti e a lavorarci sono tutti giovani di quel territorio, valorizzando cosi il ruolo dello sport come ascensore sociale”. Così Diego Nepi Molineris, ad di Sport e Salute, durante la consegna del premio “ICSC - Impiantistica e promozione sportiva”, per la realizzazione del modello Caivano in occasione del riconoscimento ASI Sport e Cultura. “Nella vita di Sport e Salute c’è un prima e un dopo Caivano. In pochi mesi, grazie allo sport, abbiamo recuperato una piazza di spaccio, ridando vita ai giovani con un impianto sportivo e altre strutture. Non vi nego che quando ci è stato dato l’obiettivo di chiudere i lavori in soli cinque mesi, sapendo che in Italia ci vogliono in media nove anni per realizzare un impianto, c'era un pò di preoccupazione. Ma siamo riusciti a portare a termine i lavori. Oggi Sport e Salute si sente un operaio dello sport, vogliamo costruire e mettere le mani laddove serve e farlo in maniera seria. Il decreto Caivano bis va proprio in questo senso, perché andrà a coprire la realizzazione di progetti dalla Sicilia a Rozzano. Abbiamo capito che gli impianti sportivi dobbiamo farli in 18 mesi, non ci sono alibi. Così come abbiamo compreso sempre di più, anche grazie agli incontri con gli studenti, che lo sport a scuola si può fare, basta con gli alibi. Sono felice di condividere il palco col Presidente Buonfiglio perché lui sa bene quanto sia importante allargare la base, perché solo così si possono avere più chanches di trovare le eccellenze”.

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  • 16:31 - Sport, Buonfiglio: "Valorizziamo nostro patrimonio, diamo ad atleti opportunità"

    Roma, 20 dic. (Adnkronos) - “Cerchiamo di valorizzare il nostro patrimonio, pianificare i calendari di gara per tempo e dare agli atleti le migliori opportunità per esprimersi». Così Luciano Buonfiglio, presidente del Coni, ha commentato la preparazione degli atleti italiani in vista del secondo anno del quadriennio olimpico, intervenendo durante la cerimonia della 20ª edizione del Premio ASI Sport & Cultura. Il numero uno del Coni ha spiegato come la preparazione olimpica proceda in sintonia con tutte le federazioni, non solo quelle olimpiche. "Valutiamo lo stato di forma presso l’Istituto di Medicina dello Sport di tutti gli atleti probabili olimpici – ha detto – e condividiamo con le direzioni tecniche delle federazioni la metodologia e il cammino da seguire. Questo approccio ha già consentito, come potete constatare, di ottenere successi in tutto il paese".

    Il presidente ha poi ricordato l’importanza della preparazione mentale: "quando sei preparato, lo stress diventa gestibile e l’unico avversario sei te stesso. Estraniandosi da tutto ciò che ti circonda, l’atleta può fare una prestazione eccellente. Auguriamoci che i nostri arrivino alle competizioni al massimo della forma, perché questo significa successo".

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    Il presidente ha poi ricordato l’importanza della preparazione mentale: "quando sei preparato, lo stress diventa gestibile e l’unico avversario sei te stesso. Estraniandosi da tutto ciò che ti circonda, l’atleta può fare una prestazione eccellente. Auguriamoci che i nostri arrivino alle competizioni al massimo della forma, perché questo significa successo".

  • 14:16 - Barbaro (Asi): "Lo sport deve crescere dal basso, tra scuola e impianti"

    Milano, 20 dic. (Adnkronos) - «Siamo arrivati alla ventesima edizione e questo già di per sé è un ottimo biglietto da visita». Così Claudio Barbaro, presidente ASI, ha commentato la cerimonia della 20ª edizione del Premio ASI Sport & Cultura, sottolineando l’importanza e l’apprezzamento crescente dell’iniziativa nel panorama sportivo italiano.

    Barbaro ha ricordato le diverse categorie del premio, che riconoscono le aziende, gli enti e i settori maggiormente distintisi nell’impiantistica sportiva, nell’innovazione tecnologica e nella comunicazione sportiva. Tra le novità introdotte quest’anno, ha spiegato il presidente, c’è il Premio “Italiani nel mondo”, ideato per valorizzare italiani che si sono distinti all’estero in vari ambiti, non necessariamente sportivi. Il primo riconoscimento in questa nuova categoria è stato attribuito a Claudio Ranieri, figura di riferimento dello sport italiano e internazionale.

    «Negli ultimi anni – ha aggiunto Barbaro – siamo riusciti a modificare il modo di intendere lo sport nel nostro Paese, spostando l’attenzione non solo sui risultati agonistici, ma sul ruolo dello sport nella società italiana». Il presidente ASI ha poi evidenziato l’importanza di consolidare due capisaldi fondamentali per la crescita dello sport: la scuola e l’impiantistica sportiva. «Se non interveniamo su questi fronti, tutto ciò di cui si parla nel mondo dello sport rischia di rimanere teoria. Noi vogliamo trasformare questi indirizzi in fatti concreti, partendo dal basso», ha concluso.

  • 14:15 - Barbaro (Asi): "Lo sport deve crescere dal basso, tra scuola e impianti"

    Milano, 20 dic. (Adnkronos) - «Siamo arrivati alla ventesima edizione e questo già di per sé è un ottimo biglietto da visita». Così Claudio Barbaro, presidente ASI, ha commentato la cerimonia della 20ª edizione del Premio ASI Sport & Cultura, sottolineando l’importanza e l’apprezzamento crescente dell’iniziativa nel panorama sportivo italiano.

    Barbaro ha ricordato le diverse categorie del premio, che riconoscono le aziende, gli enti e i settori maggiormente distintisi nell’impiantistica sportiva, nell’innovazione tecnologica e nella comunicazione sportiva. Tra le novità introdotte quest’anno, ha spiegato il presidente, c’è il Premio “Italiani nel mondo”, ideato per valorizzare italiani che si sono distinti all’estero in vari ambiti, non necessariamente sportivi. Il primo riconoscimento in questa nuova categoria è stato attribuito a Claudio Ranieri, figura di riferimento dello sport italiano e internazionale.

    «Negli ultimi anni – ha aggiunto Barbaro – siamo riusciti a modificare il modo di intendere lo sport nel nostro Paese, spostando l’attenzione non solo sui risultati agonistici, ma sul ruolo dello sport nella società italiana». Il presidente ASI ha poi evidenziato l’importanza di consolidare due capisaldi fondamentali per la crescita dello sport: la scuola e l’impiantistica sportiva. «Se non interveniamo su questi fronti, tutto ciò di cui si parla nel mondo dello sport rischia di rimanere teoria. Noi vogliamo trasformare questi indirizzi in fatti concreti, partendo dal basso», ha concluso.

  • 13:32 - Sport, Ranieri premiato alla 20ª edizione del Premio Asi Sport & Cultura

    Milano, 20 dic. (Adnkronos) - Si è svolta questa mattina la cerimonia di consegna dei riconoscimenti della 20ª edizione del “Premio ASI Sport & Cultura”, appuntamento ormai consolidato nel panorama sportivo italiano. Nato nel 2006 in occasione del decennale dell’Ente, il Premio ha celebrato anche quest’anno i valori formativi e sociali dello sport – impegno, aggregazione, solidarietà, innovazione e amicizia – accanto alle eccellenze del movimento sportivo nazionale.

    Nel corso dell’evento è stato premiato anche Claudio Ranieri, che ha espresso soddisfazione e orgoglio per il riconoscimento ricevuto. «Questo premio ha significato tanto per me e mi ha reso orgoglioso di aver contribuito a far apprezzare l’Italia nel mondo – ha dichiarato –. Io sono il più piccolo e vengo premiato, ma ci sono grandi campioni che hanno rappresentato il Paese nel modo migliore».

    L’ex tecnico ha poi ripercorso il suo legame con la Roma e con lo stadio Olimpico. «Da ragazzo mi batteva il cuore solo quando venivo qui a vedere la Roma e pensavo se un giorno sarei riuscito a giocare in questo stadio. I miei sogni si sono realizzati e sono veramente soddisfatto di quanto fatto».

    Alla domanda sui sogni futuri, il tecnico ha risposto senza esitazioni: «Ne ho sempre. L’uomo che smette di sognare ha chiuso. Ne ho tanti da realizzare e bisogna lavorare duramente per raggiungerli».

    In chiusura anche una battuta sulla Roma e la clamorosa rimonta della scorsa stagione. «Ho avuto la fortuna di allenare ragazzi d’oro e di avere almeno 60mila persone a soffiarci dietro a ogni partita all’Olimpico. Lo avevo detto quando ero arrivato: da soli non ce l’avremmo fatta. I tifosi ci hanno spinto e incoraggiato ogni volta».

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