Il mondo FQ

“Pogacar è dopato, non dobbiamo essere complici”: dalla Francia accuse allo sloveno che ha dominato il Giro d’Italia

Commenti

Un dominio incontrastato e a senso unico. Si potrebbe riassumere così la schiacciante vittoria di Tadej Pogacar dell’ultima edizione del Giro d’Italia: un passo gara e una condizione fisica che non è passata inosservata. Pur mantenendo le aspettative, non sono mancate le polemiche e le critiche nei suoi confronti: uno strapotere dovuto al doping? Un’accusa ipotizzata (ma infondata) da parte di chi lo ha conosciuto da vicino, come Philippe Saudè (ex ciclista francese) e Antoine Vayer (ex tecnico della Festina).

“Non rischiamo di diventare complici o intellettualmente disonesti”
In Francia, tutti contro Pogacar. “È incredibile quello che ha fatto. Non era mai stanco, andava in salita ridendo. Il doping? Esiste dall’inizio dei tempi, ma i nostri non sono gli stessi prodotti che si usano adesso e ciò che accadrà nei prossimi anni sarà sempre più spaventoso”. Queste le parole di Sauè, ex ciclista. Il campione sloveno è stato accusato di aver fatto uso di sostanza dopanti per poter mantenere un ritmo gara così devastante.

Anche Vayer è convinto di quanto accaduto. “E’ stato a dir poco disumano… Gli altri migliori ciclisti al mondo hanno il 10-15% di watt in meno e non cercano nemmeno più di tenere il passo”. La polemica e l’accusa nei confronti di Pogacar è più diretta che mai: “Se non saremo complici o intellettualmente disonesti e se saremo chiari, capiremo fra un po’ la portata dell’inganno di fondo. Che conosciamo fin troppo bene in questo sport…”.

Resta in contatto con la community de Il Fatto Quotidiano

L'amato strillone del Fatto

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.