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Strage di Casteldaccia, la ditta per cui lavoravano le cinque vittime era in subappalto

Strage di Casteldaccia, la ditta per cui lavoravano le cinque vittime era in subappalto
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La Quadrifoglio Srl lavorava in subappalto. Un documento smentisce l’iniziale versione di Amap, municipalizzata di Palermo che si occupa della gestione idrica, secondo cui i lavori sotto il manto della statale 113 di Casteldaccia nel corso dei quali 5 operai hanno perso la vita erano frutto di un affidamento diretto. A perdere la vita nelle fogne sono stati Epifani Assazia (71 anni), co-proprietario della Quadrifoglio, e i suoi dipendenti Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, Ignazio Giordano, e infine Giuseppe La Barbera, quest’ultimo interinale dell’Amap.

Il documento, che ilfattoquotidiano.it ha potuto visionare, porta la data del 2 maggio 2024 e riguarda i “lavori di pronto intervento e di manutenzione ordinaria e programmata da eseguire sulle reti fognarie e nei comuni dell’ambito della provincia di Palermo“, un “accordo quadro 2022/2024, area orientale, lotto 3 Nord Est”. L’ufficio direzione dei lavori dell’Amap affida alla Tek Infrastrutture Srl, con sede a San Cipirello (Palermo), l’intervento di “disostruzione fognaria con ausilio di autospurgo lungo la SS113 altezza impianto di sollevamento fognario Vini Corvo”.
L’importo complessivo è di “1 milione di euro, oltre Iva, di cui 100 mila euro per i servizi di autospurgo e di 30 mila euro presuntivamente stimati per oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza non soggetti a ribasso e per la durata di 24 mesi dalla data di sottoscrizione del contratto di appalto”.

Atti che la procura di termini Imerese, guidati dal procuratore capo Ambrogio Cartosio, acquisito nella lunga giornata di ieri, nel corso di una perquisizione alla sede del quadrifoglio durata diverse ore, e conclusasi con e i sigilli apposti all’ingresso. L’inquirenti indagano per omicidio colposo plurimo, al momento contro ignoti, e dovranno ricostruire l’evoluzione degli eventi, cercando di dare una risposta a numerosi quesiti ancora poco chiari: perché gli operai sono scesi fino alla vasca, perché erano senza dispositivi di protezione, soprattutto mascherine. E capire se nel cantiere era presente il responsabile della sicurezza, che doveva vigilare sui lavori.

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