Il leader di Azione, Carlo Calenda, come Giorgia Meloni, si candiderà in tutte le circoscrizioni per le elezioni europee. Lo ha annunciato oggi con queste parole: “La discesa in campo della presidente del Consiglio e la sua piattaforma antieuropea e sovranista, cambiano completamente lo scenario. Dobbiamo opporci con tutti i mezzi al progetto di ‘una piccola Italia in una piccola Europa di Giorgia Meloni. È necessario rispondere a questa sfida antieuropea mettendosi direttamente in gioco. Dopo aver consultato il direttivo del partito, io ed Elena Bonetti abbiamo deciso di accettare la sfida e candidarci insieme in tutte le circoscrizioni“.

Una decisione che stride con quanto affermato fin qui da Calenda che però prova a giustificarsi.”Nei mesi scorsi ho più volte sollecitato pubblicamente tutti i leader politici a firmare un accordo per non candidarsi alle europee. Schlein e Tajani hanno già scelto la strada della candidatura diretta. Ma la discesa in campo della presidente del Consiglio e la sua piattaforma antieuropea e sovranista, cambiano completamente lo scenario“. Secondo cui ora serve “dare ancora più forza alla squadra di straordinaria qualità che abbiamo messo in campo da settimane, con un programma netto e chiaro e l’obbligo per tutti i candidati di aderire al gruppo Renew. Siamo europei e lo dimostreremo l’8 e il 9 giugno”.

Subito parte il fuoco di fila degli alleati di un tempo di Italia Viva. “Carlo Calenda non è un candidato: è un pagliaccio“, scrive su X Luciano Nobili, componente della cabina nazionale di regia di Italia Viva, postando un recente video in cui il leader di Azione Carlo Calenda dice: “Il Parlamento europeo è un luogo estremamente serio e importante. Vanno mandati candidati che sono poi disponibili ad andarci veramente perché altrimenti la politica diventa un gioco e se diventa un gioco poi non ci dobbiamo sorprendere se gli elettori non vanno a votare. Quindi non mi candiderò alle Europee”.

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