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Sindacalista francese condannato a un anno di carcere per aver detto che “L’attacco di Hamas è la risposta agli orrori dell’occupazione”

Sindacalista francese condannato a un anno di carcere per aver detto che “L’attacco di Hamas è la risposta agli orrori dell’occupazione”
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“Gli orrori dell’occupazione illegale si sono accumulati. Sabato (7 ottobre, ndr) i responsabili hanno ricevuto le risposte a ciò che hanno provocato”. Per avere scritto questa frase su un volantino, pubblicato su internet tre giorni dopo l’attacco di Hamas, Jean-Paul Delescaut, segretario generale del sindacato francese CGT du Nord è stato condannato ad un anno di carcere con sospensione della pena. Secondo i giudici del Tribunale di Lille l’affermazione configura il reato di “apologia del terrorismo” ritenendo superati i limiti della libertà di espressione. Il comunicato era stato eliminato dal sito dopo tre giorni e sostituito con un altro più “istituzionale”.

Il Tribunale ha accolto le richieste dell’accusa condannando anche il sindacalista a pagare 5mila euro all’associazione Ebrei europei che si era costituita parte civile. Secondo il sindacato si tratta di un precedente molto grave che accresce le preoccupazioni provocate dal proliferare di procedure penali contri i rappresentanti dei lavoratori. All’indomani della messa on line del volantino Delescaut era stato arrestato insieme alla coordinatrice amministrativa del sindacato. A sostegno dei due imputati si erano tenuti diversi presidi, a cui avevano preso parte anche la segretaria generale della CGT (Confédération générale du travail) Sophie Binet e i politici di sinistra Jean Luc Mélenchon e Fabien Roussell. Jean-Paul Delescaut ha ora dieci giorni di tempo per presentare ricorso contro la decisione.

Mercoledì scorso l’Università di Lille ha vietato un evento sulla Palestina con Jean Luc Mélenchon. Dopo lo scorso 7 ottobre il governo Macron aveva disposto un divieto assoluto di manifestare a sostegno di Gaza. Divieto largamente ignorato dai numerosi manifestanti. Cinque giorni fa la Germania ha vietato qualsiasi attività politica, inclusi collegamenti in video conferenza, al politico ed economista greco Yanis Varoufakis, reo, secondo Berlino, di sostenere che a Gaza è in corso un genocidio compiuto da Israele con il sostegno dell’Occidente.

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