Tutte bocciate le proposte delle opposizioni che puntavano a cancellare dal decreto Pnrr la discussa norma che concede a Renato Brunetta, già titolare di pensione, di ricevere anche uno stipendio per il suo ruolo di presidente del Cnel. Giovedì in commissione Bilancio alla Camera la maggioranza ha detto no agli emendamenti identici di Movimento 5 Stelle, Pd e Italia viva, votati anche da Avs, che chiedevano di sopprimere quell’articolo.

Si tratta dello stesso regalo già concesso sempre per decreto al presidente Istat quando la maggioranza ancora contava di riuscire a confermare nel ruolo il 76enne Gian Carlo Blangiardo, idea sfumata definitivamente solo una settimana fa, e al boiardo Pietro Ciucci chiamato a guidare la società Stretto di Messina.

Nel caso specifico, secondo le opposizioni, c’è un’aggravante: “Parliamo dello stesso Brunetta che il governo ha usato come scudo per bocciare la nostra proposta sul salario minimo legale con cui 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori avrebbero visto crescere il loro stipendio”, ha ricordato la capogruppo del M5S in commissione Bilancio alla Camera Daniela Torto. “In questo caso, invece, Meloni &Co. non ci hanno pensato un attimo prima di mettere ulteriori prebende nelle tasche di un ex parlamentare già titolare di pensione e vitalizio. Nel mondo alla rovescia di Giorgia se ne vedono di tutti i colori”.

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Sentenza numero 5239/2024 del Tribunale civile di Roma

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