La Direzione distrettuale antimafia di Torino ha chiesto al Tribunale del Riesame di disporre la custodia ai domiciliari per SalvatoreSasàGallo, il ras del Pd piemontese indagato in un filone dell’inchiesta “Echidna” sulle infiltrazioni mafiose negli appalti dell’A32 Torino-Bardonecchia, che giovedì scorso ha portato a nove arresti. Gallo, 85 anni, padre del capogruppo regionale dem Raffaele, è stato a lungo dirigente della Sitaf, la società che gestisce la tratta in concessione: è accusato di peculato, tentata estorsione e corruzione elettorale. Per lui, però, il giudice per le indagini preliminari ha negato la misura cautelare degli arresti domiciliari richiesta dalla Procura: di qui il ricorso al Riesame.

In base all’ipotesi dell’accusa, anche se non aveva più cariche nella società, Gallo senior esercitava influenze che gli permettevano di “disporre di un non trascurabile numero di tessere di servizio per il passaggio gratuito ai varchi autostradali da omaggiare a piacimento a terze persone (…), nell’ottica di coltivare rapporti di interesse in cambio di utilità”. Il politico, scrive il gip nell’ordinanza di custodia, si poneva come “dispensatore dei più svariatifavori”, possibili grazie alla vasta rete di relazioni intessuta negli anni”: sblocco pratiche urbanistiche, assunzioni, trasferimenti. E “non per spirito di fratellanza o per nobili intenti, bensì per guadagnare crediti da spendere in occasione delle competizioni elettorali” locali, dove i suoi pacchetti di voti erano in grado di fare la differenza.

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