Il tedesco – o meglio, dal novembre 2023 il cittadino italiano – Eike Schmidt, 56 anni, è ufficialmente il candidato sindaco di Firenze per il centrodestra. Svelato il segreto di Pulcinella!

Schmidt si è messo in aspettativa al Ministero della Cultura come direttore generale del Museo e Real Bosco di Capodimonte e intanto sogna Palazzo Vecchio. Torna a Firenze, dove raggiunge sua moglie, la storica dell’arte Roberta Bartoli, che non ha mai voluto prendere nemmeno in considerazione l’idea di trasferirsi a Napoli. Sono in molti già a rimpiangere l’ex direttore Sylvain Bellenger. Schmidt si è insediato il 15 gennaio 2024, soli 82 giorni, appena 13 settimane, giusto il tempo di gustare un buon caffè e capire che Napoli non è Firenze, che le casse del Museo e Real Bosco di Capodimonte non sono quelle degli Uffizi, che la Reggia borbonica non soffre di ‘overtourism’ (tutt’altro!). Insomma, Capodimonte non è la gallina dalle uova d’oro degli Uffizi, in cui la biglietteria macina introiti ad occhi chiusi, ma si tratta di un sito culturale complesso: il Museo e il Bosco. Dentro bisogna metterci idee, progetti, visione e un pizzico di sana follia.

Schmidt, coccolato dall’onnipresente ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, in caso di sconfitta a Firenze è salvo. La poltrona (in caldo) sotto il Vesuvio lo aspetta. C’è però da chiedersi se Schmidt-candidato possa continuare a presiedere ancora il Fec-Fondo Edifici di Culto, che gestisce il patrimonio artistico di oltre 840 chiese, compresi dipinti, arredi e altre opere d’arte in tutta Italia, carica che l’aspirante primo cittadino di piazza della Signoria ricopre ormai da oltre 6 anni, dopo la riconferma del secondo mandato nel 2022. E, in attesa delle consultazioni elettorali e del futuro politico di Schmidt, che succederà a Capodimonte? Il museo va in pausa?

Il ministro Sangiuliano – tra i primi a complimentarsi per la candidatura – dovrebbe spiegare chi porterà avanti gli ambiziosi progetti avviati dal precedente direttore Sylvain Bellenger: il project financing sull’efficientamento energetico che vale 45 milioni di euro tra fondi pubblici e privati, il Pnrr sul Bosco, la donazione Lia Rumma da esporre nella Palazzina dei Principi e la Casa della fotografia dedicata a Mimmo Jodice. Davvero si può pensare di caricare questi progetti sulle spalle dei pochi funzionari in organico? O andrà in scena l’ennesimo ‘interim’? Il direttore generale dei musei Massimo Osanna sta già ricoprendo in via temporanea la guida del Museo archeologico nazionale di Napoli, in attesa del bando per la scelta del nuovo direttore dopo la scadenza del secondo mandato di Paolo Giulierini.

Inoltre Osanna da settembre 2023 guida ‘ad interim’ anche la Direzione generale dei Musei della Campania che ha competenza su oltre 30 siti sul territorio regionale, al posto dell’uscente Marta Ragozzino. Ora farà il tris con Capodimonte? Oppure l’interim di Capodimonte potrebbe essere affidato a Luigi La Rocca, già soprintendente di Napoli, prima di assumere la gravosa direzione della soprintendenza speciale al Pnrr? Anche lui da qualche mese è ritornato in città come ‘direttore generale ABAP avocante’ proprio sulla stessa sovrintendenza dopo il pensionamento dell’architetto Salvatore Buonomo.

Quale sia la scelta del ministro Sangiuliano, è chiaro che gli ‘interim’ in città cominciano ad essere troppi. Le principali istituzioni museali e culturali della città somigliano sempre più alle statue dell’Emiciclo nel Bosco di Capodimonte, quello slargo che da Porta di Mezzo introduce al giardino barocco con i suoi viali disegnati: tutte senza testa, statue decapitate. Una situazione che ribalta e nega allo stesso tempo l’autonomia che la riforma Franceschini aveva dato a queste istituzioni, a favore di un centralismo sempre più esasperante. Appare alquanto curioso che la maggior parte delle volte a vestire i panni del ‘Signor Interim’ sia proprio Massimo Osanna, l’archeologo che da direttore ‘autonomo’ aveva riportato ai suoi antichi splendori il Parco Archeologico di Pompei.

E che fine ha fatto il padre di quella riforma? L’ex ministro della Cultura Dario Franceschini, senatore eletto proprio nel collegio sicuro di Napoli alle ultime elezioni, non proferisce parola neppure di fronte allo smantellamento della sua riforma di sistema. Pare disinteressarsi alle vicende culturali della Campania, regione in cui era andata in scena già la farsa dei due Sovrintendenti al Teatro San Carlo: Sthéfane Lissner e Carlo Fuortes. Meno male che almeno il Pd locale, attraverso il capogruppo al Comune di Napoli Gennaro Acampora, propone una raccolta di firme per chiedere un direttore stabile che si dedichi a tempo pieno al Museo e Real Bosco di Capodimonte.

C’è poi un’altra questione a cui il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano dovrà rispondere. In caso di elezione di Schmidt a sindaco di Firenze e, quindi, di successive dimissioni, come da lui stesso annunciato, ritorneranno in pista i nomi di Cecile Hollberg, già direttrice dell’Accademia di Firenze e Marco Pierini, già direttore delle Gallerie Nazionali dell’Umbria, ovvero gli altri candidati della terna finalista per la direzione di Capodimonte? La Hollberg, nel gennaio di quest’anno, ha attirato le ire dello stesso Sangiuliano per la contestata frase su “Firenze, città meretrice” che soffre di overtourism. Oppure sarà necessario indire un nuovo concorso? Forse a Sangiuliano ‘il temporeggiatore’ giova avere vuote – ad interim, appunto – le principali caselle della cultura a Napoli almeno fino all’ufficializzazione della sua candidatura per la presidenza della Regione Campania?

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