Infiltrazioni della ‘ndrangheta negli appalti per la manutenzione di strade e autostrade nel Torinese, ma anche intimidazioni alle ditte concorrenti e offerte di “protezione”. C’è questo e tanto altro nell’inchiesta dei carabinieri del Ros e della Dda di Torino sfociata all’alba di giovedì con nove ordini di custodia cautelare e numerose perquisizioni. Le indagini coprono un arco di tempo che va dal 2014 al 2021 e riguardano la presenza in varie località piemontesi e in particolare a Brandizzo, piccolo centro alle porte del capoluogo, di articolazioni locali delle ‘ndrine Nirta e Pelle, originarie di San Luca. Le accuse mosse agli indagati sono a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno, estorsione, armi, ricettazione e riciclaggio in relazione ai proventi di un traffico di rifiuti.

Dall’inchiesta emerge una commistione tra boss e colletti bianchi in numerosi episodi. Uno dei capitoli principali è quello delle infiltrazioni negli appalti: si parla per esempio, della manutenzione di tratti della Torino-Bardonecchia e, a quanto si apprende, di opere di collegamento con il vicino cantiere della Tav Torino-Lione. Al centro, secondo gli inquirenti, un’azienda gestita da una famiglia di Brandizzo, i Pasqua, tre dei quali sono ora in carcere. Tra le persone agli arresti domiciliari figura Roberto Fantini, manager di lungo corso nel settore delle costruzioni stradali, qui chiamato in causa nella veste di amministratore delegato di Sitalfa, carica che ha lasciato nel 2021. Sitalfa fa parte del gruppo Sitaf, la società che gestisce la A32 Torino Bardonecchia.

Nell’inchiesta non mancano i reati contro la pubblica amministrazione. Una delle perquisizioni ha riguardato Salvatore Gallo, 85 anni e figura storica della politica piemontese. Fu un pezzo da novanta del Psi all’epoca della segreteria di Bettino Craxi e in seguito si avvicinò al Pd. È il padre di Raffaele Gallo, consigliere regionale del partito. Nell’inchiesta compare come indagato di peculato (non per reati di mafia) nella veste di ex dirigente di Sitalfa: si tratterebbe dell’utilizzo improprio, a scopi personali, di fondi di cui aveva la disponibilità. Il gip non ha comunque concesso tutte le ordinanze di custodia cautelare che erano state chieste dalla Dda. Una richiesta di interdittiva antimafia per una società che si occupa dell’autostrada Torino-Bardonecchia sarebbe ancora in attesa di giudizio.

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