Vi ricordate la vecchia benzina “super”? Conteneva un additivo al piombo che permetteva di aumentare la potenza dei motori. Funzionava bene, ma c’era un problema: il piombo è un veleno sistemico che fa danni al sistema nervoso umano anche in piccole dosi. E il piombo della benzina finiva nei nostri polmoni passando attraverso il motore e poi uscendo dalla marmitta. In aggiunta, avvelenava le marmitte catalitiche rendendo impossibile utilizzarle per eliminare i composti cancerogeni emessi dai motori.

A partire dagli anni 1970 si cominciò a parlare di proibire la benzina super, ma moltissimi non presero affatto bene la prospettiva che – orrore! – la loro macchina andasse un po’ più piano. Si parlò di imbroglio, di imposizione ingiustificata, e si disse anche che la benzina cosiddetta “verde” (ovvero senza piombo) era peggiore per la salute; tipo faceva venire il cancro e cose del genere. Poi, per fortuna, si arrivò a proibire il piombo nella benzina in Italia nel 2001, ma ci vollero anni di discussioni e polemiche.

Siamo oggi in una situazione molto simile con il passaggio alle auto elettriche. Ci sono gli stessi mugugni, le stesse accuse di peggiorare le cose, gli stessi ragionamenti che il nuovo è peggiore del vecchio. In più, come effetto del neoliberalismo rampante, oggi si insiste molto di più con il discorso che non spetta al governo imporre una tecnologia o un’altra. Dopotutto, si fa notare, nessuno ci ha imposto cose come i telefoni cellulari e gli schermi Led per la tv. Si sono imposti da soli. Da qui si passa a varie teorie sul perché ci stanno imponendo le auto elettriche, dal semplice tentativo di farcele pagare più care fino a oscuri complotti per mandarci tutti a piedi.

Ma se ci pensiamo sopra un momento vediamo che l’analogia non funziona: i vecchi telefoni e i vecchi schermi tv non erano più inquinanti dei nuovi, quindi non c’era la necessità di un intervento del governo per affrettare la transizione. Invece, il caso delle auto elettriche è diverso. Con il riscaldamento globale che avanza a grandi passi e l’inquinamento che fa danni spaventosi specialmente nelle zone urbane, dobbiamo liberarci delle emissioni dei motori termici il più alla svelta possibile. L’auto elettrica non è soltanto un rimedio contro l’inquinamento, ma è anche uno strumento fondamentale per accelerare la transizione verso le energie rinnovabili. Ma non è pensabile che il mercato da solo risolva il problema, così come non lo avrebbe risolto nel caso del piombo nella benzina. Gli automobilisti non percepivano il danno creato dall’inquinamento e preferivano di gran lunga la “super” alla “normale”.

Nel caso della transizione all’elettrico, non solo gli automobilisti non percepiscono i danni creati dai motori termici, ma si trovano influenzati da una pesante campagna denigratoria contro i veicoli elettrici basata su bugie e leggende. Potremmo rovesciare l’accusa comune contro l’elettrico e dire “ma se i veicoli elettrici sono veramente un imbroglio, che motivo c’è di una campagna denigratoria per tenerli fuori dal mercato?” Il motivo in effetti c’è e non è necessario essere complottisti per capire chi c’è dietro questa campagna. Come ho detto in un post precedente, l’auto elettrica è “una pistola puntata al cuore dell’industria petrolifera”.

Allora, come nel caso del piombo nella benzina, bisogna che intervenga il governo. Certo, è vero che i governi di danni ne fanno, e tanti. Ma sostenendo l’auto elettrica ne stanno facendo perlomeno una giusta. Quindi, evitiamo di cadere nei tranelli della propaganda: l’idea di lasciar fare tutto al mercato serve solo a far guadagnare di più quelli che ci stanno avvelenando.

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