“Sopravvivendo alla tortura che ho subito ho vinto la partita più importante. Forse la mia esperienza di calciatore mi ha aiutato psicologicamente, altrimenti non so se ce l’avrei fatta”. Mattia Falcinelli, lo studente italiano arrestato e “incaprettato” dalla polizia di Miami senza alcun motivo, ha detto queste parole alla madre Vlasta Studenivova parlando dell’arresto a cui è stato sottoposto in Florida. Un arresto, senza motivo, anche perché oltre al video diffuso in esclusiva dal Quotidiano Nazionale, ci sono altri video registrati dalle body-cam dei poliziotti di Miami, che come riporta Repubblica, testimoniano che il ragazzo non ha mai toccato i poliziotti. Il giovane appare confuso e continua a chiedere di riavere i suoi cellulari. Una richiesta che si protrae perché negli smartphone ci sono le carte di credito, la app per i pagamenti all’Università e altri dati e documenti. A quel punto i poliziotti – che a un certo punto diventano addirittura nove – lo stendono a terra e lo ammanettano, a terra uno degli agenti gli mette un ginocchio sul collo. Un’immagine che ha tristissimi precedenti negli Usa.

La madre: “Voleva solo i suoi telefoni” – Nel report che la polizia ha rilasciato, scritto sotto giuramento degli agenti, non c’è una sola parola che corrisponda a quanto si vede nelle riprese. C’è scritto tutt’altro” ha poi raccontato a In Mezz’ora la madre del giovane. “Matteo voleva andare a riprendere i suoi due telefoni rimasti nel bar e li chiedeva, ma gli agenti invece che assisterlo lo invitavano ad andare via. Poi lui ha cominciato a rivolgersi agli agenti chiedendogli perché non facessero il proprio lavoro al servizio dei cittadini, ma proprio in quel momento con un dito ha toccato il badge di uno degli agenti e da lì è partita l’aggressione e l’arresto”.

L’arresto non si consuma solo nell’ammanettamento, gli agenti mettono il ginocchio sul collo di Matteo impedendogli di respirare come nel triste caso di George Floyd. Quando il poliziotto si alza, mentre lui è in stato di incoscienza, dietro arriva la guardia di sicurezza che porta in mano i telefoni di Matteo: questa è la prova che mio figlio non stava mentendo e aveva il diritto di chiedere quei telefoni“, aggiunge la donna. Vlasta Studenivova ha anche spiegato che “Matteo si trova ora al campus universitario, dove giorno e notte sono lì a sorvegliarlo perché lui ha paura di tutti e tutta la sua voglia di vivere si è trasformata in un incubo di vivere“.

I giuristi: “Tortura” – “Esistono delle regole internazionali sui diritti umani che non possono essere violate né in Italia, né in Europa e nemmeno negli Stati Uniti: vige il principio universale del divieto di trattamenti inumani e degradanti e non ci sono dubbi che l’incaprettamento al quale è stato sottoposto negli Usa lo studente italiano Matteo Falcinelli sia stata una brutale tortura, una delle pratiche più crudeli e antiche di tortura” sottolinea l’avvocatessa Aurora D’Agostino, la vice presidente dell’associazione ‘Giuristi democratici’ che è osservatrice internazionale, per conto del network europeo ‘Eldh’ di giuristi attenti ai diritti umani, al processo in corso a Budapest nei confronti di Ilaria Salis, l’insegnante italiana detenuta in Ungheria in drammatiche condizioni.

La Farnesina – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani intanto ha già fatto sollecitare la massima attenzione al caso di Matteo Falcinelli, l’italiano arrestato a Miami a febbraio, da parte dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Jack Markell, ricordando che il Governo italiano segue doverosamente ogni caso di detenzione di cittadini italiani all’estero. All’atto dell’arresto il signor Falcinelli è stato sottoposto a un trattamento detentivo particolarmente violento, testimoniato dalle stesse body-cam dei poliziotti che hanno effettuato il fermo. Per questa ragione, oltre a seguire il caso e prestare assistenza alla famiglia per gli aspetti legali, il console generale a Miami ha sottolineato con le autorità locali l’inaccettabilità dei trattamenti che il giovane ha subito, fa sapere la Farnesina. Falcinelli era stato arrestato all’uscita di una discoteca. La polizia di Miami gli aveva contestato diversi reati, tra cui resistenza non violenta a pubblico ufficiale. È stato rilasciato due giorni dopo l’arresto. Il consolato generale a Miami si è subito attivato: oltre a intervenire con le autorità locali, ha prestato la necessaria assistenza al connazionale e ai familiari, anche fornendo contatti dell’ufficio legale, poi scelto dalla famiglia. Sino alla conclusione della vicenda il consolato generale, d’intesa con la Farnesina, continuerà ad assistere il connazionale, mantenendo stretto contatto con la famiglia.

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