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Terzo mandato, Schlein: “Il no del Pd era all’emendamento leghista ‘Salva-Zaia’, invotabile. Nostro impegno per riforma resta”

Terzo mandato, Schlein: “Il no del Pd era all’emendamento leghista ‘Salva-Zaia’, invotabile. Nostro impegno per riforma resta”
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La maggioranza si spacca sul terzo mandato e il Partito democratico, che di correnti e lotte interne se ne intende, coglie l’occasione per dividersi a sua volta. Dopo il no dei dem in Commissione Affari Costituzionali in Senato all’emendamento scritto dalla Lega, le agenzie hanno diffuso la notizia di un “forte malcontento” dell’area Bonaccini. “Disappunto”, hanno fatto sapere, perché “è venuto meno l’impegno preso in direzione con il gruppo di lavoro“. E giù ricostruzioni sull’esplosione interna del Partito democratico, di Bonaccini contro Elly Schlein, di ennesima frattura democratica. La segretaria, tuttavia, a distanza di 24 ore è intervenuta per dire la sua sull’accaduto e, in questo modo, cercare di dare il giusto peso al “disappunto” di ieri.

“Nel Pd ci sono persone fortemente a favore del terzo mandato e persone fortemente contrarie” ha esordito Elly Schlein, ospite di Tagadà, sul La7. Poi la spiegazione: “Noi in Direzione abbiamo provato a trovare una sintesi immaginando una riforma complessiva che, oltre la numero dei mandati, preveda i necessari pesi e contrappesi. E questo impegno proseguirà – ha rassicurato – come la Direzione si è impegnata a fare”. Questo per il futuro. Sul recente passato, tuttavia, la leader dem è categorica: “Ieri non si stava parlando di questo, non avevamo a che fare con una riforma complessiva – ha sottolineato – ma con un emendamento della Lega ‘Salva Zaia’. Era invotabile“. Schlein, infine, ha parlato del suo personale rapporto con il presidente del Pd (e suo sfidante alle primarie) Stefano Bonaccini. “L’impegno a discutere nel partito proseguirà, non è finito il mondo ieri, andiamo avanti – ha detto Elly Schlein – con Bonaccini ci sentiamo costantemente, ci siano sentiti anche ieri, lui è il presidente del partito. Continueremo a lavorare come siamo abituati a fare”.

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