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“Stavo per morire, mi sono ritrovato nell’Ade. Un fiume nero stava sotto i miei piedi. Mi ha salvato il volto di Tiziana Panella”: il professor Parsi racconta la sua esperienza premorte

Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni internazionali all'Università Cattolica di Milano, ha raccontato al Corriere gli attimi vissuti dopo essere stato ricoverato d’urgenza per un gravissimo problema cardiovascolare

di Davide Turrini

“Stavo per morire, mi sono ritrovato nell’Ade e ho visto il volto di Tiziana Panella”. Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni internazionali all’Università Cattolica di Milano, ha raccontato al Corriere gli attimi vissuti dopo essere stato ricoverato d’urgenza per un gravissimo problema cardiovascolare.

Attorno a fine anno il 62enne esperto di geopolitica, diventato ospite fisso a La7 durante la guerra in Ucraina, si trovava a Cortina d’Ampezzo. È lì che Parsi si è sentito male (“ho sentito tre colpi sul diaframma come fossi in apnea”) ed è stato subito portato a Treviso e operato d’urgenza. “Il medico mi ha detto due cose, che ricorderò sempre. La prima: dobbiamo farle un’operazione salvavita. La seconda: può andare male”, ha raccontato Parsi al quotidiano di via Solferino.

Mentre il professore della Cattolica era in coma si è verificata un’esperienza premorte. “Uno Stige, un fiume melmoso, nero, che stava sotto i miei piedi, come Ulisse e Achille. Ricordo di avere visto le radici degli alberi da sotto, come fossi in un crepaccio. E di tanto in tanto, voci lontane. Penso fosse l’Ade. Il fiume in cui stanno le anime morte. Non ho visto nessuna luce, nessuna speranza che non fosse quella di lottare per vivere”, ha ricostruito così le immagini viste in stato di incoscienza.

Ma ad averlo salvato, dice lui sono state le due figlie e Tiziana Panella, la conduttrice di Tagadà su La7, compagna del prof da due anni e che lui chiama affettuosamente “cerottino”: “Ho visto il suo volto, volevo rivederlo. È chiaro che non volevo lasciarle sole”. Parsi ha aggiunto altri dettagli come il dialogo con la madre e il padre morti (“Datemi una mano voi, non è il momento di raggiungervi”, gli avrebbe detto) e l’apparizione di “quegli omini di gomma che vendevano nei ruggenti anni ’70 e ’80, che si lanciavano sul vetro e si appiccicavano e salivano e scendevano…”: “Ecco, ho visto me stesso un po’ come uno di quegli omini, a risalire l’immenso crepaccio, con tutta la fatica del mondo. E quando poi sono arrivato in cima ho aperto gli occhi. E ho visto Tiziana che era lì con me”.

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