di Marco D’Ercole

Il governo, tramite il rappresentante del Ministero dell’Agricoltura e Sovranità Nazionale, crede che dandoci dei soldi in più, oppure delle detrazioni e/o deduzioni fiscali, noi agricoltori possiamo sentirci soddisfatti. Credono di poterci così rabbonire. I giullari delle corte medievali facevano ridere; questi invece fanno piangere – totalmente.

Purtroppo per chi non conosce il mondo agricolo bisogna distinguere tra il regime fiscale e i fondi europei. Il pagamento delle tasse è calcolato in base al reddito; la possibilità di accedere ai fondi europei è regolato (con modalità ben definite) dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (acronimo Agea).

Innanzitutto, il primo passaggio è il regime fiscale, quindi si contatta il proprio commercialista. Il professionista ti propone il regime forfettario: se il tuo reddito è al di sotto degli 85.000 € ci rientri – soglia alzata dal presente governo, per favorire tutti gli autonomi. Quanti sono (numericamente) gli autonomi in agricoltura? Io non lo so, ma credo che ne siano tanti. Cos’è il regime forfettario? Non paghi tasse, ma non puoi accedere alle altre agevolazioni fiscali. Il governo pensa di reintrodurre l’Irpef agricola. Domanda: avendo il regime forfettario, l’Irpef si paga o no? Io non lo so; e il governo su questo punto non dice niente! In questi casi, cerco sempre delle informazioni aggiuntive. Leggevo che l’Irpef è calcolato in base al reddito dominicale e agricolo. Ma per chi ha i rudimenti fiscali, il reddito dominicale è riferito al proprietario del terreno e l’agricolo all’affittuario, non al reddito dell’azienda agricola. Entrambi pagheranno? Come è abitudine di questo governo da un anno e mezzo, regna l’ignoranza e la cialtroneria!

Il secondo passaggio è l’accesso dei fondi, tramite Agea. Per accedere ai fondi deve esserci una azienda agricola. Questa è subordinata all’esistenza del fascicolo aziendale. Esso è la composizione di tutti i terreni coltivati dall’azienda stessa. Il titolare del fascicolo non è il o i proprietari dei terreni, ma l’affittuario. La creazione del fascicolo aziendale si può fare solo e unicamente sulla piattaforma Sistema Informativo Agricolo Nazionale (acronimo Sian). In nessun altro modo è possibile accedere ai fondi europei. Quando sento il governo che annuncia trionfale “abbiamo alzato i fondi per l’agricoltura” è una doppia presa in giro: non sanno come funziona l’erogazione; poi è stata legata al Pnrr, quindi spalmata negli anni.

E qui arriva il vero problema. Chi gestisce il fascicolo aziendale? Le figure autorizzate che possono operare sul Sian sono quattro: gli enti istituzionali, le associazioni di categoria, i professionisti con delega e gli utenti qualificati. La maggioranza dei fascicoli esistenti è stata creata dalle associazioni di categoria per due motivi: le conoscenze informatiche sono molte basse tra gli agricoltori, e nella stragrande maggioranze dei casi l’azienda si tramanda di padre in figlio, e la gestione rimane in capo alle associazioni di categoria.

Chi gestisce, quindi, il tutto? Ma soprattutto: chi è proprietario del fascicolo aziendale? È obbligatorio far gestire il fascicolo aziendale dalle associazioni di categoria? Le briciole che saranno date in più, se non cambia il sistema, passeranno sempre dal Sian. E i primi filtri sono le associazioni di categoria, che, colpevolmente, avallano questo sistema. E quando vedo il governo interloquire con le associazioni medesime, capisco di essere prese in giro.

Il vero potere dei sindacati è il numero dei fascicoli aziendali. Più ne gestiscono, più sono rappresentativi. Ma purtroppo solo di loro stessi; la rappresentanza con gli agricoltori, chi si sporca le mani di terra, ormai è lontana e sfumata. I sindacati impongono la loro linea a noi agricoltori, vendendoci l’idea che ci difendono. Bugie su bugie. Fateci caso: le associazioni interagiscono con il governo; ma loro, con noi agricoltori, lo fanno?

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