Alla base dell’impianto urbanistico della Napoli greca che ancora costituisce il nostro centro storico (Teresa Tauro, Napoli greca. Alla scoperta della città antica. Intramoenia Ed. 2023) c’è un modello di ispirazione filosofica ionico-pitagorica (Talete e Pitagora), paradigma di una “città ideale” per tutti i secoli successivi. Nea polis, la città Nuova, viene ad essere tracciata e costruita secondo precisi e perfetti modelli geometrici al primo scopo di assicurare ai suoi cittadini tramite l’architettura e l’urbanistica la migliore vivibilità e quindi salute in perfetta armonia con la Natura di quello che è e resta uno dei luoghi più belli del mondo. In tutti i circa 25 secoli successivi Napoli è rimasta sostanzialmente immutata nel suo centro storico e siamo stati tutti “lazzari felici” di vivere in questo esempio di armonia urbanistica.

La perdita secca di oltre tre anni di vita a Napoli parte così dagli anni Settanta, laddove a Firenze un Sindaco Beato come Giorgio la Pira decise e fece rispettare un piano regolatore a tutela della città d’arte, mentre da noi partì quel sacco urbanistico e gravemente insalubre di consumo di suolo generatore di munnezza infinita e in nero che ci uccide ancora oggi. “Napule è na carta sporca e nisciune se ne ‘mporta”, non uccide nessuno! “Napule è na lastra ‘e amianto e nisciuno fa l’impianto”, invece sì! Non ce l’hanno fatto capire!

Napoli metropolitana, da Napoli est a Bagnoli, da Caivano ad Acerra, si è sviluppata non già in armonia con la Natura, la fertilità e la bellezza dei luoghi, ma in ossequio alle esigenze del sacco edilizio e dello sviluppo di una industria ancora oggi sostanzialmente fuori da qualunque controllo e in regime di evasione fiscale: Terra dei Fuochi.

Oggi non meno di 2 milioni di cittadini napoletani vivono in assenza di un trasporto pubblico degno di tal nome, ma soprattutto si ammalano e muoiono massacrati dal traffico, dalle industrie locali fuori controllo e da non meno di 2746 siti di discarica industriale mai bonificati. E per non farcelo capire parlano sempre e in modo volutamente menzognero di “cattivi stili di vita individuali” e non di cattiva gestione politica e urbanistica di una delle più belle città del mondo.

E così, dulcis in fundo, si accende in maniera surrettizia anche oggi, alla presenza dell’ennesimo massacro di cittadini da incidenti stradali, un dibattito surreale su Napoli a 30 o a 50 km/h. Che significa questo in una città ancora costituita nel suo centro storico neanche dai decumani romani, ma da tre platelai (strade larghe) e 21 stenopoi (strade strette) greche?

Le nuove auto in Europa stanno diventando in media un centimetro più larghe ogni due anni. Questo secondo una ricerca di Transport & Environment (T&E) che afferma che la tendenza continuerà a causa dell’aumento delle vendite di Suv.

La tendenza verso veicoli più ampi sta riducendo lo spazio stradale disponibile per altri veicoli e ciclisti, mentre le auto parcheggiate stanno invadendo ulteriormente gli spazi disponibili. Diverse città europee hanno già introdotto regole di parcheggio più restrittive per i Suv, vedi referendum su parcheggi Suv a Parigi giusto il 4 febbraio 2024. La larghezza media delle nuove auto si è espansa a 180,3 cm nella prima metà del 2023, rispetto ai 177,8 cm del 2018, secondo la ricerca T&E.

Secondo la ricerca, tra i primi 100 modelli nel 2023, il 52% dei veicoli venduti era troppo largo per il parcheggio minimo specificato su strada (180 cm) nelle principali città, tra cui Londra, Parigi e Roma. Il parcheggio nei parcheggi è ora stretto anche per l’auto nuova media, mentre i grandi Suv di lusso non si adattano più. Misurando circa 200 cm di larghezza, i grandi Suv di lusso lasciano troppo poco spazio agli occupanti dell’auto per entrare e uscire dai veicoli nei tipici spazi nei parcheggi (240 cm).La crescita delle dimensioni è molto pronunciata tra i grandi Suv di lusso, decisamente troppi anche a Napoli!

Sarebbe quindi urgentissimo che i legislatori e i sindaci di città storiche e antichissime come quelle italiane agissero innanzitutto sul fronte delle dimensioni delle auto e poi sulla loro velocità! Il semplice report delle dimensioni originali dei decumani di Napoli, in relazione alle dimensioni delle auto in commercio e in produzione oggi, rende immediatamente e matematicamente la certezza che sia ormai già da tempo superata la possibilità di passaggio e di parcheggio delle auto nuove, non solo Suv, nel centro storico di Napoli: troppo larghe!

Ci salviamo proprio perché a Napoli è in circolazione il parco auto più obsoleto di Italia, e quindi più stretto e meno pesante. E anche meno inquinante. Se realmente si vuole intervenire a tutela sia della salute pubblica che della sicurezza dei cittadini, a mio parere risulta sbagliato a Napoli focalizzare il dibattito solo sul limite di velocità. In parallelo alla creazione di un sistema di trasporto pubblico con funicolari, mezzi su ruota piccoli e metro, dobbiamo concentrarci sia sulla impossibilità di transito e parcheggio per auto troppo larghe e pesanti in centro storico, sia parallelamente su rigidi controlli (abbassando le tariffe assicurative) sullo stato di corretta circolazione di tutti i mezzi a due ruote, prima e non dopo che uccidano pedoni sfrecciando fuori controllo tra auto troppo larghe, magari per sfuggire a controlli di polizia.

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