Quattro squadre italiane pronte a unirsi al progetto della Superlega. I nomi li ha fatti il presidente del Barcellona, Joan Laporta, intervistato nel corso del programma ‘El Món a RAC1‘. Rivelazioni da prendere con il beneficio del dubbio, perché Laporta potrebbe nascondere interessi diversi dietro alle sue dichiarazioni: forzare qualche club a uscire allo scoperto, ad esempio. Fatto sta che, a un mese e mezzo dalla storica sentenza della Corte di Giustizia europea, si torna a parlare del progetto in mano ad A22 Sports, società creata ad hoc per organizzare la nuova Superlega. Secondo Laporta, non manca molto al lancio definitivo della nuova competizione: “Credo che possa esistere nella prossima stagione o nel 2025-26“.

Il presidente del Barcellona elenca le squadre partecipanti, ad oggi: “Inter, Milan, Napoli, Roma. Qualsiasi squadra del campionato spagnolo tranne l’Atletico Madrid, che ha un’altra posizione. Il Marsiglia, tre portoghesi con Benfica, Sporting e Porto, tre olandesi con Ajax, Feyenoord e Psv e due belghe, Anderlecht e Bruges“. Si tratta, considerando oltre alle citate ovviamente Barcellona e Real Madrid, di 15 club. Secondo Laporta, alla fine le squadre saranno 16 o 18.

Fa notizia però l’assenza, nell’elenco del presidente blaugrana, della Juventus. I bianconeri furono, insieme ai due club spagnoli, i promotori della Superlega: l’hanno dovuta abbandonare a giugno scorso, nell’ambito del nuovo corso dettato dalle vicende extra-calcistiche. Dopo la sentenza della Corte europea, la Juve non ha preso posizione per non minare i delicati equilibri con l’Uefa. Al contrario, invece, l’Inter si è schierata apertamente al fianco di Ceferin. Eppure Laporta ha inserito i nerazzurri tra i partecipanti.

Per ora a smentire è stata la Roma: “Come ribadito pubblicamente poche ore dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea sul caso della Superlega, l’As Roma conferma di non appoggiare in nessun modo alcun tipo di progetto riconducibile alla cosiddetta Superlega“, si legge in una nota del club giallorosso. “Il club specifica inoltre di non aver mai rivisto la propria posizione in merito, né di aver intrattenuto dialoghi utili a intraprendere un percorso diverso da quello congiunto dei club attraverso l’Eca, in stretta collaborazione con Uefa e Fifa“, specifica la Roma.

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