Una “special edition” di Domeniche Bestiali è un evento molto raro: in cinque anni è accaduto una sola volta che questa rubrica andasse oltre il suo areale del giovedì ed è capitato per l’intervista ad Antonello Cuccureddu. Cos’è accaduto stavolta? Che è suonato l’allarme. Sì, è stato premuto il pulsante rosso che segnala qualcosa di profondamente contrario all’etica di Dom Best. Cosa? Seconda categoria pugliese: si gioca Real Zapponeta contro la capolista Atletico Apricena e gli ospiti vanno subito in vantaggio. Al ventesimo l’attaccante e capitano del Real Zapponeta, Michele Cristiano, cade in area. L’arbitro non ha dubbi: è calcio di rigore. Michele però si rialza e avvisa l’arbitro: “Signore, sono caduto da solo, non è calcio di rigore”. L’atmosfera che è calata nel gran consiglio delle Domeniche Bestiali è simile a quella provocata dalla richiesta della fattura nel ristorante di Cetto Laqualunque. In ogni caso l’arbitro ha ringraziato, tolto il rigore e il Real Zapponeta, dopo aver rinnegato l’occasione del pareggio, ha perso 6 a 2 in casa.

“Non c’era nulla: sono caduto da solo”, dice Michele che abbiamo voluto sentire per valutare quali nefandezze alberghino nel suo animo (per citare uno dei grandi saggi delle Domeniche Bestiali) ed eventuali provvedimenti. Non è un buon inizio. “Perché ho detto così? Perché effettivamente non era rigore e in quel preciso istante ho pensato che fosse giusto così”. E sì, è anche vero che il Real Zapponeta in fin dei conti è a metà classifica, senza grosse ambizioni di partecipare ai playoff né eccessivi patemi per una salvezza che non dovrebbe vederla in lotta. “L’avrei fatto pure con la mia squadra in lotta per vincere il campionato o per non retrocedere? Probabilmente sì. Qualche compagno si è anche arrabbiato, ma va bene così”. E questo atteggiamento gli è valso pure tanti elogi, complimenti, un sacco di quei commenti social intrisi di miele e banalità che per uno stopper di terza categoria hanno lo stesso effetto di un tentativo di sombrero col ginocchio lì a portata di tacchetti.

Decidiamo di andare oltre, mai si dica che Domeniche Bestiali si ferma alle apparenze o fa processi sommari, e chiediamo se in campo Michele Cristiano dia almeno qualche calcio: “Più che altro li prendo, a dir la verità. Sono un attaccante e quindi più che darle le prendo”. E aggiunge: “E poi quell’arbitro era un ragazzino più piccolo di me, io ho 26 anni, lui ne avrà avuti una ventina, sono contento di averlo aiutato a non commettere un errore”. Troppo, ma quando si avvicina il momento della definitiva scomunica Michele con un guizzo si riabilita: “Però mi prendo spesso a parolacce con i difensori avversari eh, di ammonizioni ne ho prese diverse e una volta con la maglia del Real Zapponeta sono stato anche espulso. No forse due volte”. Balena il quasi conterraneo di Michele, Checco Zalone, che in Sole a Catinelle dice al figlio che si è appena lasciato andare al turpiloquio: “Ma allora sei sano”.

E sì, il rigore rifiutato, gli elogi ovunque (“ma resto ben saldo coi piedi per terra”, dice Michele… finché un difensore avversario ti entra da dietro, aggiungiamo noi), ma l’indole delle Domeniche Bestiali, seppur nascosta, viene sempre fuori: “E poi – riflette Michele – domenica non giochiamo, ma alla prossima abbiamo il derby con lo Sporting Manfredonia e lì c’è sempre un tasso di espulsioni altissimo. Se mi becco un rosso vi chiamo”. Ti aspettiamo Michele, ti aspettiamo.

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