Slitta l’arrivo in Consiglio dei ministri del decreto-legge che dovrebbe finanziare la rimodulazione del Pnrr (il pacchetto di modifiche da 21,4 miliardi approvato dalla Commissione europea a novembre) e individuare le coperture alternative per i progetti esclusi, 13 miliardi di competenza dei Comuni. Il motivo – raccontano Repubblica e il Sole 24 ore – è un braccio di ferro tra il ministro dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti, e il collega di FdI Raffaele Fitto, titolare della delega all’attuazione del Piano: il tema è quello del fondo da cui prendere le risorse necessarie. Palazzo Chigi e Fitto vorrebbero attingere al Piano nazionale complementare (Pnc), il “gemello” domestico del Pnrr dal valore di 30,6 miliardi, gestito dal ministero dell’Economia (Mef). Da via XX settembre, però, ribattono che quei soldi non sono infiniti e comunque, per poterli usare, serve rinunciare a interventi già previsti per un valore equivalente: così il ministro leghista ha invitato l’alleato meloniano a guardare in casa propria, cioè ai fondi di coesione territoriale, che però vanno destinati all’80% alle Regioni del Sud.

Il risultato – dopo un lungo tira e molla tra i ministeri – è che il decreto, atteso al Consiglio dei ministri di mercoledì, è stato rinviato a data da destinarsi. “Qualche giorno in più non cambia nulla”, trapela da ambienti vicini a Fitto, secondo quanto riporta il Sole. Ma dal Pd si gira il dito nella piaga: “Credo che alla luce di questa ennesima baruffa tra due ministri sia doveroso un passaggio parlamentare. Il governo una volta per tutte deve dirci come intende attuare sui territori il Pnrr. Di una cosa possono star certi: non gli consentiremo di scaricare sugli enti territoriali le gravi responsabilità sui ritardi di attuazione”, attacca il capogruppo al Senato Francesco Boccia. Mentre il responsabile del partito per il Pnrr, il senatore Alessandro Alfieri, condanna “l’ennesimo, inaccettabile, balletto sulla pelle degli enti locali che si sono visti tagliare i finanziamenti per progetti già avviati. È assolutamente urgente che il decreto venga presentato ed è ora che il governo venga in Parlamento a spiegarci su come intende procedere”, incalza.

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