La Commissione europea ha valutato positivamente il piano di ripresa e resilienza modificato proposto dall’Italia in agosto, che include il nuovo capitolo RePowerEU. Il piano ha ora un valore di 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi di euro in prestiti e 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni), poco meno di 3 miliardi in più della precedente versione, e prevede 66 riforme, sette in più rispetto al piano originale, e 150 investimenti. La riprogrammazione complessiva vale 21,4 miliardi di euro, di cui 2,8 miliardi di risorse aggiuntive, 11,5 miliardi da risorse assegnate a misure in ritardo o inammissibili che sono state rifinanziate in altri programmi, 9 miliardi da rimodulazioni all’interno del Piano per economie maturate da ribassi d’asta e adeguamenti dei progetti.

Le 7 nuove riforme – Le 7 nuove riforme includono riordino degli incentivi alle imprese, con l’obiettivo di razionalizzare e fornire strumenti semplici ed efficaci al settore produttivo, politiche di coesione, testo unico per le procedure in materia di energie rinnovabili, per razionalizzare e semplificare il quadro normativo e autorizzativo, riqualificazione dei lavoratori per l’innalzamento delle competenze in materia di efficientamento energetico e produzione di energia da fonti rinnovabili, riforma dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) a partire dal 2026, misure per ridurre i costi di connessione alle reti del gas per gli impianti di produzione di biometano e strumenti per le imprese per ridurre il rischio finanziario legato all’acquisto di energia da fonti rinnovabili.

I nuovi investimenti – Le principali misure di investimenti riguardano le imprese (12,4 miliardi) con Transizione 5.0 per sostenere la transizione verde e digitale delle imprese, supporto alle Piccole e Medie Imprese per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, supporto al sistema produttivo per la Transizione Ecologica, Tecnologie Net Zero e competitività e resilienza delle filiere produttive strategiche, contratti di filiera, parco agrisolare e fondo tematico BEI per il turismo. 1,2 miliardi di euro andranno ai territori colpiti dalle alluvioni del 2023 per la difesa idraulica, il ripristino della viabilità delle infrastrutture stradali, del patrimonio pubblico, delle scuole e delle infrastrutture sportive. Alle reti e infrastrutture vanno 5,2 miliardi di euro: 1,8 per la realizzazione ed il rafforzamento strategico di reti elettriche e per il gas, 1 per il finanziamento di interventi per la riduzione delle perdite e della dispersione idrica, 1,1 per l’acquisto di nuovi treni a emissioni ridotte, 921 milioni aggiuntivi per gli interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici.

Viene istituito un fondo di 1,381 miliardi di euro, in favore di famiglie a basso reddito e dei giovani, per l’efficientamento energetico degli immobili di edilizia abitativa pubblica e per i condomini. Arrivano 240 milioni di euro aggiuntivi per gli studentati universitari, 308 per il finanziamento di borse di studio per l’accesso all’università, 100 per il supporto e lo sviluppo delle start up per favorire la transizione digitale delle filiere e delle piccole e medie imprese, 72 per l’attivazione di corsi di dottorato triennali innovativi relativi alla pubblica amministrazione ed al patrimonio culturale e l’estensione del numero di dottorati generici. Sarà rafforzata la disciplina del servizio civile universale, con l’obiettivo di aumentare i posti disponibili. Previsto un incremento di un 1 miliardo di euro della dotazione finanziaria della Riforma GOL per favorire l’accesso al mercato del lavoro. Per il comparto salute arrivano 750 milioni di euro per l’Assistenza domiciliare integrata e la telemedicina.

Fitto: “Quarta rata e obiettivi della quinta entro il 31 dicembre” – Il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, ha detto che ora si lavora “per giungere alla definizione del pagamento quarta rata da 16,5 miliardi entro il 31 dicembre di quest’anno e ci poniamo l’obiettivo già fin d’ora di poter raggiungere gli obiettivi modificati dalla revisione sulla quinta rata entro il 31 dicembre di quest’anno”. Fitto ha ribadito che “anche per le misure rimodulate, che saranno spostate dal Pnrr ad altri programmi di intervento, non si prevede alcun definanziamento, perché non abbiamo mai modificato il decreto di finanziamento delle opere e perché quando si completerà l’iter approvativo della revisione ci saranno le coperture alternative sugli altri interventi”.

Meloni: “Seconda manovra economica” – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni incontrando le associazioni datoriali a palazzo Chigi ha confermato che alcuni progetti “irrealizzabili o non ammissibili” sono stati modificati e quelli degli enti locali, che rischiavano di non essere realizzati nei tempi, saranno finanziati tramite gli altri programmi europei e nazionali invece che con il Pnrr. Secondo la premier con la revisione del piano il governo mette a disposizione “della crescita economica” italiana “altri 21 miliardi di euro”, in pratica “una seconda manovra economica”. Anche se si tratta, come visto, in gran parte di fondi spostati da un programma all’altro. Molte delle misure indirizzate alla crescita, alle infrastrutture e al sostegno del tessuto produttivo, è stata la sua spiegazione, “sono state contemplate negli interventi riformulati del Pnrr” e non nella Legge di Bilancio che è “per forza di cose seria, responsabile”. Si tratta di risorse “frutto della rimodulazione del piano in una ottica di efficientamento”.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha sottolineato che dalla revisione del Pnrr e dal cosiddetto Repower arriverà “circa una dozzina di miliardi in più, iniettati nei prossimi anni per aiutare il sistema imprese. La gestione del Pnrr resterà la priorità del paese. E avanzando nel percorso e passando da decreti e bandi a cantieri e opere capiamo che l’attuazione del piano è tutt’altro che un adempimento burocratico: è la straordinaria occasione di una mole di risorse destinate agli investimenti e sfruttarlo è al meglio l’unica strada per ritornare a livelli di crescita elevati”.

Rustichelli: “Non siamo in grado di completare quanto annunciato”“Non siamo in grado di completare quanto annunciato per il Pnrr, mi assumo la responsabilità di quanto dico“, ha avvertito Roberto Rustichelli, presidente dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, parlando agli Stati generali della Ripartenza organizzati dall’Osservatorio economico e sociale ‘Riparte l’Italia’ a Bologna. Non ha spiegato se si stesse riferendo alla versione iniziale o a quella modificata.

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