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Anche il Fmi striglia l’Italia sul Mes: “Senza ratifica Europa più debole, Roma ci ripensi”

Anche il Fmi striglia l’Italia sul Mes: “Senza ratifica Europa più debole, Roma ci ripensi”
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Prosegue il pressing sull’Italia perché cambi idea sulla ratifica della riforma del Mes, il cosiddetto fondo europeo salva stati che ora dovrebbe diventare anche salva banche. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è messo sulla graticola ad ogni consesso europeo dopo il no del Parlamento e sulla questione torna oggi la numero uno del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva. In un’intervista a Repubblica la direttrice del Fondo prima concede che la ratifica “è una questione sovrana, ogni Paese decide cosa è meglio”, poi però affonda “Perché pensiamo sia positivo? Fa parte dell’unione bancaria, davvero utile per la competitività in Europa”. L’obiettivo della ratifica, spiega Georgieva “è rafforzare il backstop (la dotazione per la risoluzione delle crisi bancarie, ndr). Quindi se ci sono problemi ovunque, non solo in Italia ma anche in Italia, hai migliore capacità di gestirli. È assai importante che l’Europa cresca più velocemente, abbia maggiore produttività. L’unione bancaria, e dei mercati dei capitali, è necessaria. Ma a causa dell’unione non completata, all’Europa manca il pieno impatto finanziario delle sue risorse”.

Sul fronte del debito “quando guardiamo al mondo nel suo insieme, non è solo l’Italia: il debito è aumentato ovunque. L’anno scorso non è stato così negativo come temevamo all’inizio – spiega ancora. Per quest’anno ci aspettiamo più o meno lo stesso livello di crescita. Ciò dà un po’ di spazio per iniziare a ricostruire le riserve. I paesi guardano ai loro percorsi, cosa fare subito e cosa in seguito, ma devono ridurre il debito. Se guardo all’Italia oggi, ha anche l’incredibile opportunità di contare sull’equivalente dell’8% del Pil con il Pnrr. È un buon momento per attuare piani prudenti”. La presidenza italiana del G7 “arriva in un momento in cui le nubi sull’economia mondiale si sono diradate, ma resta molto da fare – prosegue -. Stiamo facendo progressi con l’inflazione, però il lavoro non è terminato perché negli ultimi anni è stato accumulato molto debito, le riserve sono esaurite e vanno ricostruite”.

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