di Leonardo Botta

La reazione di buona parte degli esponenti politici e della stampa di centro-destra alle polemiche sui saluti romani di via Acca Larentia è stata più o meno un indispettito “Ancora a parlare di fascismo? Volete occuparvi di cose serie?”. Embè, effettivamente chiedere oggi, nell’anno del signore 2023 e nell’Italia dai mille problemi, un condiviso sentimento antifascista agli italiani pare proprio anacronistico. Infatti “magistrale” è stata la risposta di Ignazio La Russa alla domanda di un giornalista in occasione del Memoriale della Shoah: “Presidente, oggi si sente un po’ antifascista?”. “Non svilire queste occasioni con queste cose!”. Già, con queste “cose”; anche se, a onor del vero, occorre dare atto a La Russa di aver, subito dopo, invitato tutti a visitare quei luoghi per “capire e avere un monito perché tutto questo non possa mai ripetersi”.

Poi mi vengono in mente i temi “seri” di cui la destra si è occupata durante le trascorse festività natalizie.

Tipo l’albero di Natale allestito dal comune di Roma che (udite udite) portava una stella rossa sulla punta, e che ha subito suscitato lo sconcerto e l’ilarità del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che non ha fatto tardare il suo sferzante commento: “Stella rossa, incredibile ma vero! Solo la Città metropolitana di Roma, governata dal Pd, poteva scegliere una stella rossa al posto di un puntale, una sfera di cristallo, una stella d’argento o d’oro. Manco a Mosca ai tempi dell’Unione sovietica”. Ma si dà il caso che anche la Regione Lazio, guidata da una maggioranza di centro-destra, avesse addobbato non uno ma ben tre abeti con stelle rosse nella propria sede: comunisti pure loro!

Ancora più vibrante sdegno ha mostrato l’onorevole Maurizio Gasparri (le cui crociate perbeniste non conoscono soste) contro lo spassosissimo sketch trasmesso dalla Rai sulla Sacra Famiglia, che vedeva i bravi comici napoletani Francesco Paolantoni e Biagio Izzo impegnati nei panni rispettivamente di San Giuseppe e la Madonna; sketch definito da Gasparri e da quale associazione cattolica “volgare e blasfemo”.

Allora chi, come me, ha sempre amato alla follia la comicità partenopea del trio “La Smorfia”, ringrazia il cielo che la novella su Maria e l’arcangelo Gabriele (“Annunciazione, annunciazione: tu Maria, Mari’, farai un figlio Salvatore. Gabriele ti ha dato la buona notizia. Annunciazione, annunciazione!”) sia stata proposta dai geniali Troisi, Arena e Decaro ormai quasi mezzo secolo fa; e che allora, in Parlamento, non ci fosse nessun Gasparri o Rampelli pronto a incazzarsi.

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