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Balocco replica a Codacons sul caso Ferragni: “Costo del pandoro giustificato da elementi peculiari”, ecco quali

L'affondo del Codacons: "La vera 'chicca' dell’incredibile tesi difensiva della difesa Balocco è l’affermazione secondo cui la campagna natalizia 2022 avviata in collaborazione con Chiara Ferragni 'è stata deludente e ha prodotto una perdita in termini di marginalità', motivo per cui nulla è dovuto ai consumatori"

di Paolo Aruffo

Perché il famigerato pandoro Balocco in collaborazione con Chiara Ferragni costava di più rispetto ad un pandoro tradizionale? Sostanzialmente questa la domanda che il CodaconsCoordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti dei consumatori – ha rivolto all’azienda dolciaria, in merito alle numerose segnalazioni di consumatori che vogliono essere risarciti. Basta collegarsi sul sito del Codacons, infatti, per trovare a caratteri cubitali un banner che riporta la seguente affermazione: “Anche tu vittima del Pandoro-Gate? Chiedi un risarcimento, tutela i tuoi diritti!”. Questo è solo l’inizio. Codacons ha infatti chiesto maggiori delucidazioni riguardo al prezzo del pandoro che, a differenza di quelli classici, sarebbe costato 5,69€ in più. Ma la risposta, l’associazione in difesa dei consumatori, non è stata abbastanza convincente. “Ha dell’incredibile la lettera fatta pervenire al Codacons dalla Balocco per lo scandalo del pandoro-gate. L’associazione dei consumatori ha infatti avviato un’azione inibitoria verso l’azienda dolciaria, finalizzata a far ottenere a tutti gli acquirenti del pandoro griffato Ferragni il giusto risarcimento per i danni subiti”, l’esordio di Codacons in una nota diffusa ieri 14 gennaio.

Quindi i dettagli: “Oggi arriva la risposta della Balocco che, tramite i suoi legali, fa sapere che la differenza di prezzo pari a 5,69 euro esistente tra il pandoro ‘normale’ Balocco (3,68 euro) e quello ‘Pink Christmas‘ (9,37 euro) sarebbe giustificata dall’impiego di ‘elementi peculiari’ quale ‘astuccio ideato in esclusiva’, il ‘nastro di chiusura’, il ‘sacchetto contenente il pandoro ed il cartone espositore personalizzati con la grafica su licenza’, nonché una ‘bustina di polvere rosa ed uno stencil in cartoncino alimentare da utilizzare per la decorazione del pandoro'”. Tutto brandizzato. Ora Codacons “chiede alla Balocco di fornire tutti i dettagli circa i maggiori costi sostenuti per lo zucchero a velo rosa, per la grafica diversificata, per il nastro di chiusura, così da capire se tali elementi possano giustificare un rincaro di prezzo al pubblico del +154%. La difesa della Balocco prosegue poi contestando la tesi secondo cui i consumatori sarebbero stati condizionati all’acquisto dall’operazione di beneficenza associata al pandoro ‘Pink Christmas’. Secondo la società ‘né sulla confezione, né sul cartiglio, né tantomeno sul materiale espositivo erano presenti indicazioni relative alla destinazione di una percentuale del ricavato (o di un importo fisso) a favore della ricerca terapeutica’”.

Quindi l’affondo di Codacons: “Non possiamo non chiederci dove fosse la Balocco quando Chiara Ferragni pubblicava storie e contenuti sui propri canali social dove, chiamando in causa l’azienda, legava le vendite del pandoro alla beneficenza verso i bimbi malati di cancro, e perché la Balocco non abbia mai smentito le errate affermazioni dell’influencer, prendendo le distanze da tale pubblicità ingannevole, e infine perché non abbia mai informato i consumatori circa il fatto che la donazione in favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino era già avvenuta mesi prima. Ma la vera ‘chicca’ dell’incredibile tesi difensiva della difesa Balocco è l’affermazione secondo cui la campagna natalizia 2022 avviata in collaborazione con Chiara Ferragni ‘è stata deludente e ha prodotto una perdita in termini di marginalità’, motivo per cui nulla è dovuto ai consumatori”, si legge sul sito di Codacons. Che conclude: “Non possiamo che prendere atto della decisione della Balocco di non voler separare le proprie responsabilità da quelle di Chiara Ferragni, e di farsi carico di tutti i comportamenti scorretti emersi nella vicenda del pandoro-gate – commenta il Codacons – A questo punto agiremo formalmente verso l’azienda nelle opportune sedi civili e penali per far risarcire tutti gli utenti lesi dagli illeciti emersi”. La lettera inviata dai legali di Balocco in risposta a Codacons, sottoscritta da un corposo team di legali, ribadisce “segnaliamo come la Balocco abbia già spontaneamente provveduto al pagamento della sanzione comminata all’AGCM (con riserva d’impugnativa e di ripetizione) e null’altro sia allo stato dovuto a qualunque titolo[..]”. Infine gli avvocati concludono: “Alla luce di quanto sopra, auspichiamo che la questione possa ritenersi definitivamente esaurita e inviamo i nostri migliori saluti”. Insomma: per Balocco la vicenda è chiusa e i consumatori non verranno risarciti. Il Codacons, c’è da scommetterci, non si arrenderà e porterà avanti le proprie istanze.

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