Fermo restando che l’obiettivo finale per noi utenti deve essere l’elettrificazione dei consumi, spostando all’elettrico quello che oggi va ancora a gas per poterlo alimentare grazie alle fonti rinnovabili, vorrei fare con voi un piccolo esercizio di realtà su quello che succederà da oggi 10 gennaio, ovvero con la fine del mercato di maggior tutela per il settore gas. Mettiamo per una volta da parte i clienti vulnerabili che da oggi potranno rimanere o rientrare nel “servizio di tutela delle vulnerabilità”. I clienti “non vulnerabili” attualmente in servizio di maggior tutela avranno di fronte a sé tre strade:

1. Andare sul libero mercato e trovare offerta più vantaggiosa per il loro profilo consumi con l’attuale o con un nuovo gestore;
2. Sottoscrivere un contratto denominato Placet.
3. Non optare per nessun cambiamento e ricadere automaticamente così in una tariffa che in modo molto originale l’Arera ha nominato “Placet in deroga” (tanto già è semplice orientarsi no?)

Il caso 1 non lo analizzo. Trovo interessante però attrarre il vostro interesse sulle due tariffe semi omonime “Placet” e “Placet in deroga”.

Partiamo dalla Placet, come è definita questa tariffa? Leggo dal sito di Arera “l’Autorità, in coerenza con quanto previsto dalla legge n. 124/2017, ha introdotto la disciplina dell’offerta Placet (a prezzo libero a condizioni equiparate di tutela – Placet), che obbliga tutti i venditori a inserire nel proprio pacchetto di proposte commerciali, un’offerta rivolta alle famiglie e alle piccole imprese chiara e comprensibile, a prezzi determinati liberamente ma con condizioni contrattuali definite dall’Autorità. In sintesi nelle offerte Placet:

– le condizioni economiche (prezzo) sono liberamente decise dal venditore e rinnovate ogni 12 mesi;
– la struttura di prezzo è stabilita dall’Autorità e inderogabile;
– le condizioni contrattuali (ad esempio garanzie, rateizzazione) sono stabilite dall’Autorità e sono inderogabili.

Tuttavia questo è uno dei casi in cui condizioni contrattuali chiare, uniformi e con struttura di prezzo uniforme, uguale per tutti e inderogabile, non sottende alcunché sulla bontà dei prezzi, liberi di essere decisi come si vuole dal venditore e liberi di essere rivisti ogni 12 mesi.

Mutuando il ragionamento in termini bancari, ben noti agli italiani, è un po’ come dire che le leggi che regolano i mutui ci sono, sono uguali per tutti, compresa la portabilità e la surroga, ma poi spread e tassi sono fissati da ciascuna banca ed è quello che fa la differenza in termini di onerosità per il cittadino.

Ma attenzione, questo è un punto centrale: ci sono due tariffe Placet e personalmente ritengo questa scelta potenzialmente e colpevolmente confusionaria. Infatti per aumentare l’entropia di un passaggio già delicato in sé, sono state chiamate “Placet” sia le offerte del mercato libero che soddisfano i tre punti sopra elencati che le offerte “placet in deroga” dei vari operatori sul mercato.

Chiariamo allora cosa si intende con il termine “placet in deroga”. Come spiega sempre il sito dell’Arera in una tardiva comunicazione di dicembre 2023: “L’offerta Placet in deroga è dedicata ai clienti domestici non vulnerabili gas attualmente serviti in tutela che non hanno effettuato la scelta di un’offerta nel mercato libero. Chi infatti, per qualsiasi ragione, non ha ancora effettuato una scelta, resterà con il medesimo venditore e avrà la fornitura garantita, ma si vedrà applicare da gennaio 2024 l’offerta Placet in deroga, con condizioni economiche e contrattuali definite dall’Autorità, ma con componente fissa annuale (Pfix) definita dal venditore stesso”.

Quindi, per fare estrema chiarezza:

– nell’offerta “placet” le condizioni economiche sono decise dal venditore, sia per la componente fissa che per la componente variabile;

– nell’offerta “placet in deroga” le condizioni economiche e contrattuali sono definite dall’Autorità ad eccezione di una componente fissa annuale definita dal venditore; in particolare quindi la componente variabile è sempre pari a PSV+0,05€/Smc (come si evincerà anche dalla tabella sotto riportata) mentre la componente fissa dipende sempre dal venditore e quindi cambierà di volta in volta.

Bene, volendo fare un confronto e arrivare ad un’evidenza dei dati, si può infatti tranquillamente accedere al portale offerte dell’Arera e prendere e mettere a confronto la migliore offerta del mercato libero, la “placet” e la “placet in deroga” per ciascuno degli 11 operatori del mercato italiano (ENI, ENEL, Hera, A2A, Iren, Edison, Engie, E.On, Estra, AGSM AIM S.p.A., Acea Energia), rappresentanti il 75% dei volumi di gas venduti in Italia nel 2022; per uniformare i risultati sono stati simulati gli importi per un consumo di 1.000 metri cubi e si è indicato un cap di Roma.

Chiaro che il simulatore delle offerte risente dell’aggiornamento di prezzi del PSV, del cambio di accise/IVA o di parametri decisi da Arera, per cui la tabella sotto riportata andrebbe aggiornata di frequente, ma queste cose sono tutte invarianti per una scelta della offerta cui aderire, perché si applicano a tutti in ogni caso. Le sole due cose su cui speriamo si focalizzi l’attenzione del lettore sono:
– lo spread della componente variabile “a metro cubo” (ossia il termine da sommare al PSV);
– i costi fissi annui.

Questa la tabella:

Manco a dirlo le differenze di tariffe fra “placet” e “placet in deroga” sono drammaticamente differenti, dal 6% al 42% più costose le prime rispetto alle seconde, e non solo, sono anche peggiori delle altre offerte proposte dallo stesso venditore, dal 6% al 46% più care. In sintesi, le offerte “placet” sono:

– sistematicamente peggiori, e di molto, delle offerte “placet in deroga”;
– sistematicamente peggiori, e di molto, di tutte le offerte a portafoglio di ogni singolo venditore.

E’ preoccupante che si sia scelto di chiamare Placet ambedue le offerte, differenziate solo per un codice offerta comprensibile solo ai più accorti o per qualche aggettivazione nel nome, e che guarda caso le offerte Placet sono sempre – e di molto – le più costose di tutte le offerte di ogni singolo venditore. Tutti i venditori di gas hanno posizionato la loro offerta Placet con le condizioni peggiori possibili per i loro clienti: tema che forse dovrebbe interessare l’Antitrust visto che si potrebbe configurare una strategia “di cartello” per pubblicare tutte le offerte Placet a costi decisamente superiori alle “Placet in deroga” e alle proprie altre offerte del mercato libero. Quello che emerge evidente è proprio la sistematicità di questo comportamento.

È noto a molti lettori, perché oggetto di bombardamento di email e telefonate al limite dello stalking, quante azioni di telemarketing e pubblicitarie sono state messe in campo dai promotori dei venditori di gas: quando l’operatore di un call center o una pubblicità parlerà di “applicazione dell’offerta Placet così come definita dall’autorità Arera” a quale offerta si riferiranno? E se sarà loro applicata l’offerta “Placet”, guarda caso la più sconveniente, sarà colpa degli italiani che non hanno letto bene il codice offerta o le condizioni contrattuali su un pdf di 11 pagine scritti a caratteri microscopici? Vogliamo scommettere?

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