Ci sono il furto di una bandiera e il rogo del bar nel settore ospiti, pur vecchio di 16 anni, dietro l’incendio della curva sud dell’Erasmo Iacovone di Taranto, danneggiata nelle sue strutture portanti, appiccato da due ultras del Foggia nello scorso settembre. Al termine della partita Taranto-Foggia, bruciarono oltre 113mila chili di gomma a causa del lancio di un fumogeno da parte di due ultras foggiani sul materiale che sarebbero dovuto servire per costruire la pista di atletica attorno al campo da gioco.

I due sono stati identificati e arrestati al termine dell’inchiesta condotta dalla pm Francesca Colaci: su ordine della giudice per le indagini preliminari Fulvia Misserini, Vittorio Ferrara e Ivan Giannuario sono ai domiciliari con l’accusa di incendio in concorso. I due sono stati identificati attraverso l’incrocio delle telecamere che hanno ripreso l’obliterazione dei biglietti nominali all’ingresso dello stadio e le immagini della polizia scientifica.

A supporto della tesi investigativa, anche le intercettazioni telefoniche. In una viene proprio indicato il presunto motivo dell’incendio, come anticipato da La Gazzetta del Mezzogiorno: “Devono bruci…hanno fatto la rapina a noi? Ci hanno fatt… ci hanno fatto la rapina a noi? Il furto della… quello è furto che hanno fatto a noi… della bandiera”, si dicevano altri ultras ricordando quanto avvenuto allo Iacovone nei primi anni Duemila. I due sono stati anche ascoltati in altri momenti nei quali confabulavano in questura sull’accaduto – durante la convocazione per un interrogatorio – con frasi ritenute importanti dagli investigatori perché dimostrerebbero la loro responsabilità.

Per la Digos di Taranto, guidata dal commissario Francesco Cecere, anche sulla base di quelle captazioni ambientali, sono stati proprio loro ad accendere il fumogeno che innescò l’incendio delle tonnellate di gomma, pari a circa 16mila pneumatici, domato dopo oltre 5 ore dai vigili del fuoco. L’incendio provocò “danni alla struttura portante” dello stadio e costrinse il sindaco Rinaldo Melucci a ordinare la chiusura della struttura, inutilizzabile per mesi, con il Taranto Calcio costretto a giocare in campo neutro le sue gare casalinghe del campionato di LegaPro.

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