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Navalny parla dalla nuova prigione nell’Artico: “Sto bene, il trasferimento è stato estenuante”

Navalny parla dalla nuova prigione nell’Artico: “Sto bene, il trasferimento è stato estenuante”
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Nove messaggi postati su X per raccontare la sua vita nella nuova prigione nell’Artico russo dove si trova adesso richiuso e il lungo ed “estenuante” trasferimento affrontato. Dopo settimane di silenzio, sul profilo social dell’oppositore russo Alexei Navalny tornano le sue dichiarazioni. “Non preoccupatevi per me. Sto bene“, ha scritto il dissidente pubblicando una serie di messaggi in cui descrive il suo trasferimento – durato 20 giorni – e le condizioni di detenzione. Ieri, 25 dicembre, la famiglia dell’oppositore russo è riuscita a sapere dove si trovava al termine di tre settimane in cui non aveva più notizie dell’uomo, condannato a 19 anni di carcere.

“Sono il tuo nuovo Babbo Natale“, esordisce raccontando di essersi “fatto crescere la barba” durante “i 20 giorni” del trasferimento. “Sfortunatamente non ci sono renne, ma ci sono enormi cani da pastore soffici e molto belli”, ironizza ancora. Quello che vede fuori dalla finestra nell’Artico russo è la “notte, poi la sera e poi la notte ancora”. Una viaggio “estenuante” lo definisce, affermando di essere comunque “ancora di buon umore, come si addice a un Babbo Natale”.

L’arrivo nella nuova prigione è avvenuto sabato scorso: “Sono stato trasportato con tale precauzione e su un percorso così strano che non mi aspettavo che qualcuno mi trovasse qui prima di metà gennaio”. Racconta infatti di essersi sorpreso quando il giorno di Natale “è stata aperta la porta della cella” e gli è stato detto che c’era un avvocato per lui. Ringrazia anche per il supporto chi si era preoccupato per la sua scomparsa.

“Comunque, non preoccuparti per me. Sto bene. Sono totalmente sollevato di avercela finalmente fatta. Grazie ancora a tutti per il vostro supporto. E buone vacanze”, si concludono i messaggi su X pubblicati sul suo profilo ufficiale firmati dal “Babbo Natale a regime speciale“, come si definisce l’oppositore russo.

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