Tra qualche mese si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Sardegna e per la scelta del Presidente della Giunta, che avviene per elezione diretta. Nel 2019 Christian Solinas, a guida di una coalizione di centrodestra, ha vinto con enorme distacco sulla coalizione di centrosinistra, guidata da Massimo Zedda. Ad oggi il centrodestra non ha individuato il suo candidato presidente: Solinas ha governato così male che quasi tutti i partiti del centrodestra non ne vogliono sentir parlare. Una sua ricandidatura sarebbe una imposizione romana, frutto di un accordo preso in qualche albergo della capitale d’Italia. Christian Solinas ha spossato la Sardegna, dal punto di vista economico, sociale, morale, culturale. Un disastro.

Il tandem Pd-5 Stelle, ormai molti mesi fa, a Roma, ha scelto Alessandra Todde quale candidata alla Presidenza della Giunta. Si scrive che la candidatura è il risultato di un accordo romano. Vero. E’ altrettanto vero che la candidatura è anche il risultato di un accordo sardo, di organizzazioni e sigle politiche sarde che hanno accettato l’accordo romano. D’altra parte, si è fatto molto spesso così e potrebbe anche succedere che questo andazzo continui per molti anni.

Poi c’è Renato Soru e la Coalizione sarda. Renato Soru è stato il Presidente della Giunta della Regione Sardegna dal 2004 al 2009. Ha cambiato la Sardegna. La Sardegna del 2009 era completamente diversa, per molti migliore, rispetto al 2004. Il PPR (Piano Paesistico Regionale), la riforma della pubblica amministrazione, la digitalizzazione, la gestione della sanità, leggi di settore (cultura, cinema, e tante altre….), una seria programmazione dei fondi comunitari, la vertenza entrate. L’elenco potrebbe essere lungo. Sono state riforme di settore, non interventi spot. Dopo tanti anni, Soru è di nuovo in campo.

La prima domanda a cui tutti i sardi dovrebbero rispondere è se il futuro della Sardegna può essere (etero)diretto da Roma o se serve una Coalizione sarda con testa, cuore e gambe in Sardegna. Senza una scossa il declino demografico, economico e sociale della Sardegna è certo. I sardi hanno diversi strumenti, tra cui il voto, per opporvisi e costruire la Sardegna del 2100. Alle elezioni posso decidere se vanno bene le ricette, tutto sommato già conosciute, con forti legami romani, o se prendere un’altra strada.

Soru ha le idee giuste? Le aveva tra il 2004 ed il 2009, con diversi errori in corso d’opera (la partecipazione, la collegialità, l’attenzione al consenso a breve termine) che paiono sfumati negli anni. Le idee finora presentate sono la doverosa attualizzazione di una idea di futuro che guarda avanti, non a 15 anni fa. Soru ha anche capacità di governo e schiena dritta, nessuno lo può negare. Così come non si può negare che conosca la Sardegna palmo a palmo, dal punto di vista fisico e in ogni suo ambiente e anfratto sociale.

Soru ha difetti? Sì, come tutti, e forse ne ha anche molti. E non ha ragione su tutto. È però l’unico che può far fare un salto alla Sardegna, così come lo fece tra il 2004 ed il 2009. Il senso di una Coalizione sarda, che è una cosa diversa rispetto ad allora, sta qua. Sono le sarde ed i sardi che si possono coalizzare, che possono osare, che possono, insieme a chi ha dimostrato che sa cambiare e guidare, portare una nuova generazione al governo. Da qualche anno faccio politica per mia figlia piuttosto che per me e il mio impegno in questo progetto sarà per lei.

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