Neppure il tempo di trascorrere la prima giornata nella nuova sede a Roma che Roberto Vannacci ha subito preso un mese di licenza “per motivi familiari”. Secondo quanto di apprende, allo stesso generale fresco di nuovo incarico, è stato anche notificato l’avvio dell’inchiesta formale nei suoi confronti. Tutto questo mentre il ministro della Difesa, Guido Crosetto – bersagliato da quelle che per lui sono solo “pretestuose polemiche”- è subito corso ai ripari per sottolineare che il nuovo incarico assegnato a Vannacci “non è né una promozione né una retrocessione”. La sospensione scattata ad agosto – dopo la pubblicazione del libro con le “farneticanti” (così le aveva definite lo stesso Crosetto) affermazioni dai contenuti sessisti, omofobi e razzisti – non poteva essere ulteriormente prolungata. Così, in attesa degli esiti dell’inchiesta interna, per Vannacci è arrivato l’incarico a Roma come capo di Stato Maggiore del Comando delle forze operative terrestri (Comfoter). “Non avrà autonomia decisionale diretta. Sarà solo comandante dei propri capi ufficio, dipenderà e sarà agli ordini del generale Ristuccia“, sottolineano dalla Difesa. Anche se il generale Marco Bertolini, già comandante del Coi, ha commentato all’Adnkronos che Vannacci è stato “designato per un importante incarico di Stato Maggiore assolutamente adeguato al suo grado e in linea con la sua emergente professionalità”.

Di fatto, quella che ad agosto veniva presentata come la “linea dura del governo”, sembra sfumare. Almeno per il momento, prima di eventuali decisioni che potrebbero venire fuori dall’inchiesta interna: “Le garanzie costituzionali a tutela della persone valgono anche per i militari e nessuno può emettere giudizi sommari, sostituendosi alle norme e alle procedure previste a tutela di uno Stato di Diritto che, in una democrazia, riguarda tutti”, ribatte il ministro Crosetto.

Promozione o meno, il risultato principale del nuovo incarico di Vannacci è stata la maggiore visibilità. Il generale, dopo mesi di apparizioni televisive e copertine, torna a conquistare le prime pagine e rilancia le “farneticazioni” estive condite da nuove uscite. In un’intervista a La Stampa avanza la sua pretesa di non chiamare “femminicidio” quello che per lui è solo “l’omicidio di una donna”: “Quindi l’assassinio di un tabacchino lo chiameremo commercianticidio?”, commenta Vannacci. Generale che prima esprime il suo parere su pene e reati (“sbagliato considerare più grave l’omicidio di una donna da quello di un uomo”) e poi – posto davanti alla realtà – ammettere la sua ignoranza in materia: “Mi sono sbagliato. Non sono preparato, io faccio il militare, non l’esperto di diritto”. E alla domanda su quando sia stata l’ultima volta che si è scusato con qualcuno, risponde: “Ieri, con mia moglie. Mi sono arrabbiato in maniera spropositata. In una famiglia è normale amministrazione”. Parla anche dell’educazione delle sue due figlie, prendendo come simbolo addirittura la Cina: “Qualsiasi cosa facciano, le mie figlie devono emergere: meritocrazia e competitività mandano avanti una società. Guardi la Cina“.

Copertine e interviste non infastidiscono certo Vanacci, che domenica si era subito detto entusiasta del nuovo incarico conferitogli: “Una nomina in linea con il mio grado, con la mia funzione e con la mia esperienza”, aveva detto. Di oggi però la notizia del mese di licenza “per motivi familiari”. Ultimo nodo da sciogliere, pertanto, è il procedimento disciplinare della Difesa nei suoi confronti. Lo scorso agosto, era stata aperta un’inchiesta sommaria per acquisire i primi elementi di valutazione sul caso. Chiusa questa, come accade per gli eventi più gravi (secondo quanto prevede il Codice dell’ordinamento militare), è stata aperta così un’inchiesta formale più approfondita – con la nomina di un’apposita commissione – per verificare eventuali addebiti disciplinari al generale. La commissione deve concludere il suo incarico entro 150 giorni, valutando gli atti prodotti dall’inchiesta sommaria, esegue accertamenti, acquisisce documenti e trasmette il rapporto finale all’autorità che ha ordinato l’inchiesta ed una scheda informativa dettagliata al ministro della Difesa. A seguito degli esiti dell’inchiesta formale potrebbero essere adottati provvedimenti disciplinari nei confronti di Vannacci, nel caso emergessero comportamenti non rispettosi delle regole. I tempi scadono a maggio, ma secondo alcune indiscrezioni, l’inchiesta si potrebbe chiudere già tra poche settimane.

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