Il generale Roberto Vannacci è stato rimosso dalla guida dell’Istituto geografico militare. Dopo la bufera scaturita dai contenuti sessisti, omofobi e razzisti del suo libro (autoprodotto) è arrivata la decisione dello Stato Maggiore dell’Esercito. Da lunedì al suo posto arriva il generale Massimo Panizzi. In base a quanto si apprende, Vannacci è stato messo a disposizione del comando delle forze operative terresti e potrà comunque rimanere nella sede del capoluogo toscano.

La replica – “Quando scrivevo questo libro sapevo che avrebbe dato da discutere ma sicuramente non mi aspettavo questo polverone. Non replicherò a decisioni che arrivano da una catena gerarchica. Lo farò nelle sedi opportune”, ha commentato il generale Vannacci a Diario del Giorno su Rete 4: “La Costituzione – ha aggiunto – garantisce la libertà di parola. Da me nessuna istigazione all’odio. Io non mi sento di fare passi indietro, rivendico quanto ho scritto. Non uso mai parole volgari o triviali: esprimo liberamente i mie pensieri”. Vannacci continua: “L’odio è un sentimento come l’amore. Penso sia lecito provare odio, disprezzo per qualcuno. Sono libero di provare odio per chi stupra i bambini? Certo che si, ma facendolo non sto istigando ad un linciaggio”, ha aggiunto su Rete 4. “È un disprezzo che viene espresso nei confronti di un’azione – ha detto -. Rivendicare la libertà di sentimento è lecito e legittimo. Nel mio libro non mi sono mai rivolto a delle categorie. Non vedo perché dovremmo vivere in un mondo che prova solo amore”.

La carriera e il libro – Ex comandante della Task Force 45 durante la guerra in Afghanistan, ex comandante del Col Moschin, ex comandante della Folgore, ex comandante del contingente italiano in Iraq. Da ultimo era arrivato alla guida dell’Istituto geografico militare, serissimo ente cartografico di Firenze che affonda le radici nella storia d’Italia. Una carriera militare interrotta dalle frasi contro le minoranze presenti nel suo libro Il mondo al contrario, che ancora oggi è al primo posto nella classifica dei testi più venduti su Amazon. Una sfilza di opinioni contro gli omosessuali (“Normali non lo siete, fatevene una ragione”) contro la convivenza civile (“Le discutibili regole di inclusione e tolleranza imposte dalle minoranze”), ma anche contro i disoccupati (“I dibattiti non parlano che di diritti, soprattutto delle minoranze: di chi asserisce di non trovare lavoro, e deve essere mantenuto dalla moltitudine che il lavoro si è data da fare per trovarlo”) e invettive contro Paola Egonu (“Italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”).

Le reazioni – “Farneticazioni” che “screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione”, le aveva definite il ministro della Difesa Guido Crosetto, mentre l’Esercito aveva fatto subito sapere di “prende le distanze” da quel testo precisando che si riservava “l’adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine”. Tutto questo mentre è iniziato il dibattito pubblico, soprattutto sui social, tra chi critica pesantemente Vannacci e chi lo difende. Intanto Crosetto è tornato ad affrontare l’argomento su Twitter sottolineando, viste le “voci incontrollate” che “girano”, che il generale non è stato allontanato dalle forze armate: “Non esistono processi sommari fatti su social o media ma solo leggi e codice dell’ordinamento militare”, ha detto il ministro.

“L’odio non è opinione” – Sul caso è anche intervenuta con una nota Polis Aperta, associazione Lgbtqi+ di appartenenti alle forze armate e forze di polizia. Ricordando che “chi per mestiere indossa una divisa” ha giurato “di difendere la Costituzione e i valori fondati della democrazia italiana in essa contenuti” come “uguaglianza tra cittadini, rispetto per le minoranze e parità di genere”, Polis Aperta sottolinea che “chiunque vada contro i principi fondamentali della nostra Costituzione diffondendo l’odio, come se fosse un opinione come le altre, è indegno di portare una divisa e deve dimettersi”. Quegli “sproloqui” presenti nel libro “non sono opinioni”, si legge nella nota: “È odio allo stato puro, insulti infarciti di disprezzo per chiunque si discosti da una cultura eteropatriacale dove il dominio sul più debole e la prevaricazione la fanno da padrone”. “Ebbene queste ‘idee’ non sono compatibili con il servizio alla democrazia e non sono compatibili con la responsabilità di gestione del personale che fa capo a un generale dell’esercito. Non sono idee, sono solo odio per il prossimo”, conclude la nota.

“Decisione non sufficiente” – Una decisione, quella della rimozione del generale dalla guida dell’Istituto geografico militare, che per Pd e Alleanza Verdi-Sinistra non viene considerata come sufficiente: “La sua presenza ai vertici dell’Esercito continua a recare discredito e disonore alle forze armate, a cui va sempre il riconoscimento per difendere i valori costituzionali che lui offende”, scrive in un tweet Alessandro Zan, responsabile Diritti della segreteria del Partito Democratico. “Una presa in giro“, la definisce invece il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Angelo Bonelli: “La sua presenza nelle Forze Armate, mina la fiducia e i principi fondamentali sui quali si fonda la nostra Repubblica, pertanto occorre una presa di posizione decisa e chiara: Vannacci va radiato immediatamente dall’Esercito”, afferma Bonelli.

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