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Ultimo aggiornamento: 9:08 del 5 Dicembre 2023

Il duro j’accuse dell’imprenditore che partecipa ai blocchi ambientalisti: “Ero titubante, ma non c’è scelta. Disobbediamo per salvare i nostri figli”

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Cosa spinge un imprenditore di 50 anni a bloccare una strada? Lo ha spiegato con un duro j’accuse Riccardo, imprenditore che, in un video diffuso dai canali social di Ultima generazione, ha raccontato il perché abbia deciso di scendere in campo con un’azione al fianco degli ambientalisti.

“Mi chiamo Riccardo sono un imprenditore, padre di famiglia di due ragazzi e mai nella mia vita avrei pensato di disobbedire alle leggi. Non prendo multe neanche per divieto di sosta. Un anno fa ho conosciuto ultima generazione e ci è voluto tempo per arrivare tre giorni fa a fare il mio primo blocco”, racconta con un microfono in mano in mezzo alla strada. “Avevo timore, paura, riserve. La consideravo una cosa impopolare, perché dobbiamo metterci contro le persone? Per le persone – spiega ancora – Non voglio insegnare niente a nessuno ma voglio dare un messaggio a quelli che erano come me, titubanti. Non ci sono altre strade, questa è l’unica cosa che ci rimane”.

Secondo l’imprenditore “bisogna disobbedire” e arrivare a Roma a fare i blocchi stradali anche in 500 o in 1000. “Dobbiamo essere quei 500, quei 1000 quei 2000 che salvano l’Italia – conclude – Dobbiamo salvare i nostri figli, basta, se avete dei dubbi toglietevi. È una responsabilità l’omissione di soccorso”.

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