Per il 2024 tornano gli eco-incentivi per l’acquisto di nuove auto a basse e bassissime emissioni. Il governo italiano metterà sul tavolo 570 milioni di euro, di cui 205 riservati alle autovetture con emissioni di CO2 comprese fra 0 e 20 g/km, le elettriche, 245 milioni per le automobili con emissioni di CO2 fra 21 e 60 g/km, le ibride ricaricabili, e 120 milioni per i veicoli con emissioni di anidride carbonica da 61 a 135 g/km, le ibride e le termiche.

La suddivisione degli incentivi ricalca quella, fallimentare, degli anni passati: alla categoria di automobili più acquistata, quella delle ibride e delle termiche, è riservata la fetta più piccola dei fondi, destinata a esaurirsi in un battito di ciglia. Mentre le porzioni più grandi spettano a ibride plug-in ed elettriche, che ancora risultano indigeste al mercato.

Osservazioni che trovano ampio riscontro nell’anno che si avvia a conclusione: dei 190 milioni destinati alle vetture elettriche per il 2023 ne sono avanzati più del 60%. Dei 235 milioni per le ibride ricaricabili, invece, ne sono addirittura ancora disponibili l’88%. Andamento simile nel 2022, quando rimasero rispettivamente 127 e 147 milioni. I 150 milioni stanziati sulle auto ibride e termiche per l’anno in corso? Polverizzati in cinque settimane.

Non solo, per il 2024 ci saranno 15 milioni di euro in più per le elettriche, 10 in più per le ibride plug-in e ben 30 in meno per la termiche e le ibride convenzionali: solo 60 mila automobilisti potranno accedere al bonus, i primi che riusciranno a prenotarlo tramite la concessionaria di vendita cui si rivolgeranno. L’auto acquistata con l’incentivo dovrà essere immatricolata entro 180 giorni dalla prenotazione del bonus.

Pure l’ammontare del gettone statale è differenziato: per le vetture con emissioni di CO2 da 0 a 20 g/km (e prezzo massimo di 42.700 euro Iva inclusa, Ipt e contributo Pfu esclusi) il bonus sarà di 3 mila euro senza rottamazione e 5 mila con rottamazione di un veicolo da Euro 0 a Euro 4, incluso. Per la fascia 21-60 g/km (e prezzo massimo di 54.900 euro), 2 mila euro senza rottamazione, 4 mila con rottamazione. Per le vetture con emissioni 61-135 g/km (e prezzo massimo di 42.700 euro), 2 mila euro solo con rottamazione. Insomma, si continuano a incentivare troppo veicoli che il mercato non assorbe a scapito di quelli, a basse emissioni, che darebbero una mano all’ambiente, alle casse dello Stato e contribuirebbero a svecchiare il parco circolante più vetusto d’Europa, con chiari benefici in termini di sicurezza stradale.

E nel resto del continente che aria tira? In Germania, che tanto ha puntato sulle auto a batteria, il Governo a iniziato a tirare i remi in barca, complice una domanda che non è decollata secondo le aspettative: dai 9 mila euro di incentivi previsti per le elettriche, si passerà, nel 2024, ad “appena” 3 mila euro (riservando il gettone a vetture con prezzo non superiore a 45 mila euro). Non solo, gli incentivi scadranno definitivamente una volta esauriti i 3,4 miliardi di euro di risorse stanziate per i prossimi due anni.

In Francia, invece, dal 2024 l’erogazione degli incentivi sarà subordinata, oltre che alle emissioni allo scarico, pure a un “punteggio ambientale” calcolato sull’impronta di carbonio del veicolo nell’intero ciclo di vita (dalla produzione allo smaltimento), comprese le emissioni prodotte per importarlo in Francia. Una strategia che premia le produzioni di automobili locali a scapito di quelle estere e in particolar modo cinesi.

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