Era finito ai domiciliari con l’accusa di aver abusato di una bimba di 6 anni e di possesso di materiale pedopornografico, l’uomo, 33 anni, già condannato per violenza sessuale ma comunque impiegato come animatore in una struttura ricettiva, ha reagito con dello spray al peperoncino contro i carabinieri, che erano venuti a notificargli l’arresto con la detenzione in carcere perché l’indagato si era allontanato dalla sua abitazione. È stato quindi denunciato per resistenza a pubblico ufficiale dai militari che lo portato nel carcere di Montacuto ad Ancona.

Il giudice per le indagini preliminari ha comunque segnalato all’autorità penitenziaria l’opportunità che il giovane, di origini marchigiane, venga assegnato al carcere di Milano-Bollate dove è attiva una struttura specializzata nel seguire autori di reati sessuali. Come chiesto dal suo difensore, l’avvocato Stefano Migliorelli. La decisione di aggravare la misura cautelare è stata presa dal gip su richiesta del pubblico ministero e dopo l’interrogatorio di garanzia relativo a quella precedente degli arresti domiciliari. Dai quali si era allontanato nei giorni scorsi per qualche ora, venendo denunciato per evasione dai carabinieri ai quali il padre aveva dato l’allarme notando la sua assenza da casa.

Il gip ha poi preso atto della “impellente necessità di cura” segnalata dal difensore del trentatreenne. E lo stesso legale aveva parlato della “elevata pericolosità sociale” del proprio assistito. L’uomo, già condannato dal tribunale di Ancona per un altro episodio di violenza, aveva inviato curricula falsi a varie strutture ricettive. Riuscendo quindi a farsi assumere da quella in provincia di Perugia dalla quale è stato licenziato subito dopo che il padre della bambina, lì in vacanza con la famiglia, aveva denunciato gli abusi. Nel corso delle indagini i carabinieri umbri avevano quindi trovato “un numero rilevante” di immagini pedopornografiche nello smartphone dell’indagato.

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