Che Morgan sia ormai da tempo immemore molto più capace di mettere a segno polemiche che canzoni è chiaro anche ai sassi, e l’ultima querelle con l’autore di Bellissima, hit portata al successo da Annalisa, ne è un chiarissimo esempio.

Tanto premesso occorre ora chiarire un punto: quanto detto da Morgan sul brano di Davide Simonetta è incontrovertibile. Armonicamente è zero, e questo lo sanno anche i sordi. Ciò nondimeno il pezzo può piacere, e anzi, a conti fatti è piaciuto moltissimo: io stesso lo trovo bellino, orecchiabile e ballabile, cosa ci sarà mai di male? Non voglio fare qui paragoni azzardati, ma una miriade di brani passati alla storia armonicamente parlando sono banali: probabilmente hanno dimostrato di avere altro, tutto qui.

Che il nostro non sia un periodo aureo dal punto di vista dell’offerta musicale è ormai sotto la luce del sole, le finanze scarseggiano e lontani sono i tempi in cui band del calibro dei Bluvertigo o dei Subsonica sfornavano dischi capolavoro che farebbero impallidire il 99% della produzione degli ultimi anni: solo per restare sui Bluvertigo, Metallo non metallo (1997), con pezzi come Altre forme di vita, e Zero (1999), con le meravigliose La crisi e Sono=Sono, sono tra le pagine migliori della storia musicale italiana.

Una cosa però tengo a dirla, rivolgendomi ora a Simonetta: complimenti per tutto, siamo contenti per i tuoi successi, ma caro mio, non cadere anche tu nell’ignorante trappolone del cassare le critiche con la frasetta: “Tu ne hai fatti di successi? Noo? E allora silenzio!”. A parte il fatto che una risposta del genere non fa altro che denotare, appunto, una qualche immaturità; a parte il fatto che Morgan di successi ne ha fatti e non pochi (Metallo non metallo nel 1998 vinse l’Mtv Music Award, Zero fu disco di platino, per dire), brani che tra l’altro sono rimasti nel tempo, cosa che non è da tutti e che ti auguro davvero col cuore di raggiungere; ma infine, sai quanta gente di musica ne capisce molto più di te, di me, di Morgan e di mille altri ma molto semplicemente non si è mai voluta confrontare col mercato?

I conservatòri, per fare un esempio tra tanti, di Maestri con la M maiuscola ne sono letteralmente pieni: che facciamo, censuriamo tutti perché non hanno mai pubblicato una canzoncina di successo? Avranno, a ragion veduta, diritto di parola e di critica anche loro? Ecco, riacquistiamo dunque una certa serietà: lo dico a te, lo dico a Morgan, lo dico a tutti. Certo è che né i talent, col loro clima competitivo da corsa di cavalli, né l’attuale assetto economico del music business favoriscano generalmente un atteggiamento più sereno, ragionato e maturo: occorrerebbe perciò uno sforzo maggiore da parte di tutti, credo sia necessario.

Chiudo con un’ultima riflessione che l’occasione pare offrirmi. Se la considerazione di Morgan sulle armonie del brano (gli accordi, per i meno avvezzi ai tecnicismi musicali) suona quasi scontata tanto è evidente, un altro tipo di considerazione sul brano galeotto, così come, per similitudine, su una miriade di ulteriori brani di questo non particolarmente roseo periodo musicale, potrebbe forse suonarlo meno: se ci sono, come credo proprio ci siano, quali accordi si celano dietro la presenza di tutti questi marchi dell’alta, media o bassa moda nei testi di tantissime canzoni, compresa Bellissima?

Ecco, questo credo sia più interessante da capire, anche perché, non essendo la cosa adeguatamente segnalata da nessun tipo di piattaforma, si tratterebbe, e di fatto credo si tratti, di pubblicità occulta. Le canzoni degli ultimi anni si sono di fatto trasformate in piccoli ma incessanti spazi pubblicitari non opportunamente segnalati, martellanti inni al consumo di beni e prodotti: per conto di chi? Forse, cogliendo l’occasione, sarebbe arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza.

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