Sulla pista da bob per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 regna l’incertezza. E ora dal dibattito su tempi e costi si è passati allo scontro su conigli e criceti. La metafora zoologica è il simbolo dello scontro tra il presidente del Coni Giovanni Malagò e il governatore del Veneto Luca Zaia. Teatro del botta e risposta la riunione informale che si è tenuta martedì 24 ottobre nella sede della Fondazione Milano Cortina: al centro della discussione proprio la realizzazione dello Sliding Center, dopo che è naufragato il progetto della pista Eugenio Monti a Cortina.

Prima della riunione, a sorpresa, era stato lo stesso Malagò a far capire che l’ipotesi di costruire l’opera a Cortina non era tramontata del tutto. Eppure era stato lo stesso presidente del Coni, che presiede anche la Fondazione Milano Cortina, a dichiarare davanti al Cio a Mumbai che le gare di bob, slittino e skeleton si sarebbero tenute all’estero. “Io faccio il tifo per Cortina”, ha dichiarato Malagò. Più che una retromarcia, un modo per scaricare le responsabilità del fallimento su chi aveva l’onere di costruire la pista: Simico, Società Infrastrutture Milano Cortina, che appunto è l’ente governativo che si occupa della realizzazione delle opere olimpiche. Le parole di Malagò, infatti, sono arrivate nel giorno in cui la Corte dei Conti ha aperto un fascicolo di indagine sui ritardi e sui soldi già spesi per la pista da bob che non si farà.

L’addio al bob annunciato da Malagò mentre era in India però ha fatto infuriare il governatore Zaia. Il suo Veneto ora si ritrova con un pugno di mosche in mano: tra le competizioni olimpiche, ospiterà solamente il curling e lo sci femminile. Per questo il presidente chiede una compensazione. E di questo si è discusso martedì al tavolo, dove erano presenti il ministro dello Sport, Andrea Abodi, i sindaci di Milano e Cortina d’Ampezzo, Giuseppe Sala e Gianluca Lorenzi, i presidenti delle Regioni Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, i presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano, Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher, oltre a Malagò, il vicepresidente della Fondazione Luca Pancalli e l’amministratore delegato Andrea Varnier.

Malagò, anche prima del vertice informale, ha annunciato appunto di avere “un coniglio nel cilindro“. E qui Zaia, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, ha replicato: “A me pare più un criceto“. Probabile il riferimento a quello che dovrebbe essere il contentino offerto alla sua Regione: “Aggiungere il Veneto alla candidatura di Lombardia e Trentino ai prossimi Giochi Olimpici Giovanili Invernali del 2028“, come si legge nel comunicato della Fondazione Milano-Cortina. Troppo poco per Zaia, che chiede di poter disputare a Cortina alcune delle gare ad oggi previste in Lombardia: “Così come siamo — ha detto alla riunione — con 8 gare e 24 medaglie, in tre ore faremmo tutto”. Su questo punto però a fare muro c’è il governatore lombardo Attilio Fontana, leghista pure lui, che non vuole concedere nulla.

Malagò si trova tra i due fuochi, alla ricerca di soluzioni per evitare altri disastri. Mentre nel frattempo resta senza soluzione la grana del bob. Il ministro Abodi promette che si troverà presto una “soluzione”. All’interno del suo governo c’è Forza Italia che spinge per riesumare la pista di Cesana, ora che a governare il Piemonte c’è il forzista Alberto Cirio. Il dossier Cesana era già stato valutato e scartato a suo tempo. Torna di moda per ragioni squisitamente politiche. In ogni caso, andare in Piemonte non contribuirebbe a placare le ire di Zaia. Tutt’altro.

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