La richiesta, formale, è stata messa nero su bianco dopo la chiusura definitiva di Giovanni Malagò al budello di Cortina (che avrebbe ospitato le gare di bob, slittino e skeleton): bisogna riassegnare le competizioni, altrimenti il Veneto ne uscirebbe penalizzato. Firmato: Luca Zaia. Ciò che ancora non è stato ufficializzato è che da Palazzo Balbi (Venezia) è iniziato il pressing – politico – per svuotare la Valtellina, cioè Bormio e Livigno, sedi dello sci alpinismo e dello sci alpino maschile. L’obiettivo del presidente leghista è alzare la posta, a tutti i livelli, per strappare, da quanto si è appreso, almeno alcune gare del settore maschile: slalom speciale e discesa libera, che dalla mitica Stelvio “traslocherebbero” sulla altrettanto mitica Olimpia delle Tofane, a Cortina d’Ampezzo.

“Non possiamo pensare che le Olimpiadi di Cortina siano ‘Olimpiadi meno il bob’” ha scritto Zaia, “vedo qualcuno che esulta a vedere che il bob non si farà più, vorrà dire che faranno un sacrificio e ci daranno qualche disciplina. Secondo gli addetti ai lavori spostare almeno “alcune” gare dello sci alpino nel Bellunese, dal punto di vista tecnico e logistico, non sarebbe un problema. Cortina, infatti, avrà il proprio villaggio olimpico (paradossalmente gli atleti saranno più vicini alla sede delle gare rispetto a Bormio, il cui villaggio sarà costruito a Livigno); e l’Olimpia delle Tofane può ospitare slalom e discesa. Certo, il rovescio della medaglia, sotto il profilo dello spettacolo, sarebbe la perdita della Stelvio, una delle tre piste degli uomini-jet più prestigiose del Circo Bianco insieme alla Streif di Kitzbühel e alla Lauberhorn di Wengen.

Il flop degli organizzatori dei Giochi nella gestione del budello di Cortina ha prodotto lo scontro politico in casa Lega tra Zaia e il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Mentre il Piemonte, con Alberto Cirio, butta là la proposta – impraticabile – di recuperare il budello, già abbandonato dopo le Olimpiadi di Torino, di Cesana, Fontana chiude la porta al collega veneto attraverso un’intervista a la Repubblica. “È una richiesta fuori tempo massimo – ha detto – stiamo già investendo 500 milioni di euro, non possiamo tornare indietro. In questo momento è impossibile aderire a una richiesta di questo genere”. E ancora più netto: “Non si toccano tutte le specialità previste in Lombardia“. E sul fatto che a Cortina resteranno, come da programma, le discipline dello sci alpino femminile e il curling, il presidente lombardo ha commentato che “non mi sembra poca cosa, ma l’accordo era stato fatto all’inizio. Al di là del fatto che sarebbe una figura tremenda, Zaia sa benissimo che è partita una macchina che non possiamo più fermare”. Lunedì prossimo è in programma la cabina di regia.

E a proposito di “figure tremende”: a due anni e poco più dall’inizio dei Giochi, non solo Cortina ha perso il recupero – o meglio dire, la costruzione – del budello per il bob (destinazione Sankt Moritz?), ma Baselga di Pinè ha perso l’Oval (spostato, solo per la durata delle gare, in Fiera a Milano) e Milano il recupero del dimenticato Palasharp.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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