Illustrissimo Gratteri,
Le vorrei dedicare un quiz di benvenuto.

Dopo un infinito tempo di attesa hanno appena rifatto il manto stradale di Via Gennaro Serra. I motivi?
1) Perché Lei, fresco di nomina a capo della Procura partenopea (e mi congratulo con Lei) verrà ad abitare nella caserma Nino Bixio di via Monte di Dio. E si mettevano scuorno che lei passasse per una strada crivellata di buche (e non siamo a Gaza).
2) Perché rischiava che la sua auto e quella della sua scorta bucassero una gomma, visto dislivelli e crateri nell’asfalto.
3) Per un tardivo omaggio a Gennaro Serra, la strada a lui intitolata. L’aristocratico/rivoluzionario mentre la rivolta affogava nel sangue lui veniva condannato a impiccagione.
4) Altro

Cosa si aspetta da questa città dove non esiste destra e sinistra ma solo il “centrotavola” ben apparecchiato dove tutti si possono abbuffare? Lo ha scritto qualcun altro ma il format è applicabile a Napoli.
1) Ordine, pulizia e decoro morale.
2) Che le Opere Pubbliche a cominciare dalla fermata della metropolitana di Piazza Santa Maria degli Angeli, angolo Via Gennaro Serra (passa anche di qui), non durino in eterno per consentire mangiatoie a politici e dintorni.
3) Che la Sovrintendenza (scelga Lei quale di competenza) anziché scaldare un poltrona faccia il suo lavoro di sentinella. Per il momento lo faccio io.
4) Altro

Hanno eliminato i sampietrini, di storica memoria, per coprire il lastricato stradale nero pece. Fretta, menefreghismo, sgraziataggine, l’impresa di costruzione non ha utilizzato il colore grigio/asfalto. Cosa fare?
1) Licenziare chi sovrintende i lavori e assumere un urban/designer.
2) Il nero fa risaltare le strisce gialle che meglio si intonano con il colore del sole.
3) Il sindaco – e io gli credo (ieri due anni di mandato, auguri!) – dice che questo è solo il primo make up. A gennaio si ricomincia, anche con i marciapiedi (il formaggio svizzero con i buchi si è ispirato alle strade di Napoli).
4) Altro.

Ci hanno chiuso in gabbia: 3 settimane. Chi usciva dal portone di casa si incolonnava, uno per uno, lungo il marciapiede. In un momento di terra ballerina, una scossa più forte delle altre avrebbe fatto precipitare la gente per strada. Sarebbe stato il panico. Soluzioni, anche post.
1) Ci affidiamo come sempre a San Gennaro.
2) Fare un summit con le istituzioni. Il ministro Piantedosi si è già fatto un giro dalle nostre parti. Ma tra il dire e il suo fare c’è di mezzo il mare (proprio di Napoli).
3) Far girare la petizione dell’avvocato Antonella Esposito, esperta di municipalità e diritto familiare. Niente più concerti in Piazza Plebiscito (vedi Liberato tre giorni e Gigi D’Alessio cinque) e niente più infilata di gabinetti maleodoranti davanti la facciata di Palazzo Reale. Anche le statue degli otto regnanti incastonati arriccerebbero il naso.
4) Altro.

Il gioco è finito.
Adesso buon lavoro a Lei, attesissimo Procuratore di Napoli, la più grande d’Italia.
A noi piacciono i primati. Ce ne faccia conquistare di postivi.

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