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I filler fatti in casa con ‘la penna di acido ialuronico’ sono virali sui social ma il pericolo è alto: “Possono causare infezioni, necrosi e persino cecità”

Mi è capitato di vedere infezioni dovute ai trattamenti self made – conferma la presidente ella Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica Stefania de Fazio - purtroppo anche due casi di necrosi per un'iniezione intravascolare. Una causata da una penna usata sul labbro, una dopo un filler con ago"

di Beatrice Manca

Un filler senza aghi, comodamente a casa. Nella giungla di trattamenti di bellezza che spopolano nati ed esplosi su Internet ce n’è uno particolarmente popolare: la penna all’acido ialuronico, o Hyaluron Pen. Si tratta di dispositivi a pressione che si caricano con ‘ampolle’ pre dosate di acido di ialuronico che viene poi ‘sparato’ nei punti critici – labbra, zigomi, contorno occhi – senza usare aghi. A sentire i commenti delle beauty guru che lo sponsorizzano sembra un rivoluzione: stesso risultato a una frazione del prezzo. Ma medici estetici, dermatologici e chirurghi sono di tutt’altro avviso: sono pericolosi, oltre che inutili. Se usate impropriamente possono causare infezioni, lividi e, nei casi peggiori, necrosi del tessuto. Perché allora sono così virali sui social?

Come funzionano i filler senza ago fai da te – Le hyaluron (o hyaluronic) pen sono diventate molto popolari durante il lockdown negli Stati Uniti, con l’esplosione dei trattamenti DIYdo it yourself, cioè fai-da-te. Molti beauty influencer mostravano, senza alcuna competenza, come usarlo a casa per avere le famose “russian lip”, le labbra piene e voluminose. I video sono simili: spesso senza guanti, gli utenti si pizzicano a favore di camera il labbro, sparano la dose e poi lo massaggiano, anche se i più giurano che sia praticamente indolore. Gli apparecchi si comprano facilmente online per poche decine di euro (contro le centinaia di un filler eseguito in una struttura abilitata) ma, in teoria, promettono lo stesso risultato. I pareri sono contrastanti: i più fortunati hanno notato un lieve aumento di volume, molti altri hanno condiviso sui social le foto di lividi scuri, infezioni e irregolarità sulle labbra, come piccole protuberanze. Preoccupata dalle dimensioni del fenomeno, la comunità medica si è subito mobilita: perfino la FDA – l’ente statunitense che regola i prodotti alimentari e farmaceutici – nel 2021 ha espresso un parere negativo che sembrava aver chiuso definitivamente la questione. Ma, a due anni di distanza, basta fare un giro sui social per capire che le penne all’acido ialuronico sono tornate sulla cresta dell’onda. Dal momento che spesso vengono vendute senza istruzioni d’uso, gli utenti cercano informazioni sul web, che risponde generosamente con tutorial improvvisati e recensioni.

Stefania de Fazio, presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica (l’unica società di chirurgia plastica riconosciuta dal Ministero della Salute) spiega che questi dispositivi vengono usati da decenni per il trattamento di cicatrici patologiche e di ustioni: “Hanno un piccolo serbatoio in cui si mette il farmaco, poi vengono caricate sotto pressione e ‘sparano’ una quantità di prodotto che supera la barriera della superficie cutanea creando comunque piccoli fori. Le hyalu-pen utilizzano il principio della pressione e ‘iniettano’ l’acido ialuronico nel derma, dove pure sono presenti moltissimi vasi sanguigni e nervi”. Non illudiamoci, però, che “senza ago” significhi meno invasivo né più sicuro: “Comunque profana l’integrità della cute e va oltre” precisa la specialista, che aggiunge: “I filler sono classificati dal Ministero della Salute come dispositivi di classe III, quella che richiede maggiore attenzione“.

Che cosa ci stiamo iniettando? – La criticità delle hyalu-pen è duplice: il contenitore e il contenuto. Generalmente, le penne vengono vendute vuote e poi spetta a chi le usa reperire l’acido ialuronico con cui ‘riempirlo’. Questo pone un ulteriore problema perché, nell’offerta al ribasso del web, non sempre è facile essere sicuri dei componenti. “La cosa drammatica è che appena monta un fenomeno di massa appaiono su Internet repliche di prodotti creati da aziende non ben identificate – aggiunge la dottoressa Stefania de Fazio – di cui non conosciamo la purificazione, il contenuto in grammi di acido ialuronico, non sappiamo come è stato manipolato, se può veicolare un’infezione o se contengono sostanze chimiche tossiche”.

Per questo, nel 2021, la FDA statunitense ha messo in guardia gli utenti seguendo la scia di altri Paesi, come il Canada: “L’agenzia non ha approvato alcun filler dermico per la vendita da banco per uso domiciliare o per l’uso con dispositivi di iniezione senza ago – si legge in una nota ufficiale – Questi dispositivi e riempitivi senza ago non approvati vengono spesso venduti direttamente ai clienti online, evitando la consultazione con un operatore sanitario autorizzato, una misura di sicurezza fondamentale”. Fine della storia dunque? Neanche per idea. Anzi, è molto facile trovare hyaluron pen e simili microiniettori online. Su Amazon si possono acquistare per circa sessanta euro, mentre Temu, il colosso emergente dello shopping low cost, la propone addirittura a meno di dieci euro. La piattaforma Etsy propone addirittura un corso online per imparare a usare e a somministrare il filler fai da te. L’offerta è di Online Beauty Training Academy, che ha pubblicato l’annuncio ad aprile, al prezzo di oltre duecento euro. E nonostante non ci siano recensioni né commenti, il sito avverte che “oltre venti persone” hanno visitato la pagina nelle ultime 24 ore.

I rischi e l’efficacia delle penne con l’acido ialuronico – Sull’efficacia della hyalu-pren, però, non c’è alcuna garanzia di risultato. La dottoressa de Fazio ha molti dubbi: “Per via della pressione non regolabile, la penna diffonde l’acido ialuronico in modo meno preciso e meno controllato rispetto a un ago. Le siringhe, invece, consentono di dosare quantità e pressione. I filler con l’acido ialuronico devono essere sempre eseguiti da chi abbia conseguito un training adeguato: un medico estetico, uno specialista in chirurgia plastica o un dermatologo. Gli aghi molto sottili e le cannuline di teflon flessibile permettono di ‘scansare’ i vasi sanguigni e di ottenere un risultato preciso e mirato”. I rischi delle penne, quindi, superano di gran lunga i benefici: “Possono verificarsi reazioni allergiche o sanguinamento causati dallo sparo sotto pressione i vasi più superficiali possono rompersi, e quindi sanguinano, provocando ecchimosi. Per non parlare delle infezioni batteriche, virali o fungine”. La ialu-pen viene usata principalmente per dare turgore alle labbra, ma non solo: molti video mostrano l’utilizzo sulle rughe nasolabiali, sugli zigomi o sulle cosiddette ‘zampe di gallina’, le piccole rughe intorno agli occhi. “Se l’apparecchiatura viene, in un mondo o in altro, inclinata malamente la pressione può anche causare i danni al globo oculare. E se per caso si inietta in un vaso di pertinenza dell’arteria retinica, può provocare cecità“.

Le ialu-pen nei saloni di bellezza – La (presunta) facilità d’uso e il costo contenuto hanno fatto gola anche ad alcuni professionisti del settore della bellezza, che pubblicizzavano online trattamenti con la hyalu-pen senza alcuna formazione medica. “Non ci dimentichiamo che questa apparecchiatura non è usa e getta”, prosegue la presidente del SICPRE. Nei centri che propongono questo trattamento in modo inadeguato, lo stesso dispositivo può essere riutilizzato da persona a persona in un ambiente non sterile, con un rischio di contaminazione. I filler non sono mai esenti da rischi, ma gli specialisti competenti – chirurghi plastici, dermatologi o medici estetici – sono formati per riconoscerli tempestivamente e intervenire. Anche al meglio equipaggiato dei centri estetici mancano le competenze per gestire eventuali compliazioni, figuriamoci a chi lo fa in casa di fronte allo specchio. A volte ci si rivolge allo specialista solo dopo, per arginare i danni causati dai filler fai da te. “Mi è capitato di vedere infezioni dovute ai trattamenti self made – conferma la presidente Stefania de Fazio – purtroppo anche due casi di necrosi per un’iniezione intravascolare. Una causata da una penna usata sul labbro, una dopo un filler con ago: purtroppo con la globalizzazione commerciale è facile comprare tutto ciò che si desidera su internet”.

Trattandosi di prodotti acquistati online, la diffusione del fenomeno è difficile da stimare e da tracciare. Ma gli esperti sono d’accordo che vada regolato. “Quando ci rendiamo conto che i rischi di complicanze ci sono e sono concretamente documentati dalle fonti è dovere delle società scientifiche e del Ministero della Salute di provvedere a disciplinare l’utilizzo di queste apparecchiature e quindi sostanze che si iniettano – conclude la dottoressa de Fazio – Dobbiamo tutelare la salute dei pazienti e limitare i rischi: saremmo dei folli a non farlo”.

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