È ancora scontro sui migranti tra Roma e Berlino. La parole del cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che sabato ha annunciato il rafforzamento dei controlli ai confini della sua Germania, hanno provocato nuovamente la dura reazione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che su X ha scritto: “Si cerca di bloccare l’immigrazione in una parte d’Europa e se ne agevola il trasporto in un’altra. Coerente e geniale”. Una chiusa ovviamente ironica: il riferimento è alla notizia dei finanziamenti del governo tedesco alle navi delle Organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo. Su questo punto una settimana fa si era consumata la rottura dei rapporti tra Roma e Berlino: anche in quel caso, il primo a intervenire apertamente era stato proprio Crosetto. Ma tutto il governo italiano è ai ferri corti con il cancelliere tedesco, come dimostrano le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della kermesse di Forza Italia a Paestum: “Scholz dice quello che vuole. Noi dobbiamo guardare alla strategia, alla solidarietà europea. In Germania sono in campagna elettorale, però c’è un problema importante da risolvere. Noi vorremmo capire qual è la posizione tedesca, non è chiaro quello che dicono. Valuteremo, vedremo, i migranti che vogliono andare in Germania non è che li devono mandare in Italia”.

Sabato Scholz in un’intervista ha spiegato la stretta ai confini tedeschi: misure aggiuntive alla frontiera austriaca, più controlli ai valichi con Svizzera, Repubblica Ceca e soprattutto Polonia. La condizione che ha portato alla mossa del cancelliere tedesco è la stessa che da mesi sta mettendo in difficoltà il governo di Giorgia Meloni: l’aumento degli arrivi di migranti. Berlino ne conta circa 200mila nei primi 8 mesi dell’anno, quindi più dell’Italia che pure da inizio estate deve fronteggiare una situazione emergenziale a Lampedusa. Chi entra in Germania arriva soprattutto dalla rotta balcanica. E Scholz ha scelto di varare la linea dura per tentare di arginare la crisi di consensi che riguarda il suo governo, abbinata a una continua crescita nei sondaggi dell’ultradestra di AfD. Prendendo misure che piacciono alla destra, però, Berlino ha causato l’ira dell’esecutivo di destra italiano.

Il primo atto ostile è stato lo stop ai ricollocamenti dall’Italia, deciso ufficialmente perché Roma non rispetta l’accordo di Dublino. Il vero scontro verbale però si è consumato sul caso dei soldi alle ong che operano sul territorio italiano e nel Mediterraneo. Quei finanziamenti sono stati decisi dal Bundestag quasi un anno fa, ma hanno provocato comunque l’irritazione di Palazzo Chigi. Crosetto li ha definiti “un atto grave“. E la frattura non si è più ricucita: anzi, c’è stato lo scontro a Bruxelles sul Patto Ue sui migranti che l’Italia ha fatto saltare dopo l’ok della Germania. Ora l’annuncio di maggiori controlli alle frontiere tedesche, che è in linea con quello che vorrebbe fare l’Italia bloccando i migranti nei Paesi di transito, Tunisia in primis. Per Fratelli d’Italia è comunque un atto incoerente, proprio perché nel frattempo Berlino finanzia le ong. La linea del centrodestra infatti è da sempre contro le organizzazione non governative – accusate di favorire il traffico illegale di migranti – che però nel corso dell’estate sono state “usate” dall’Italia per gestire i salvataggi in mare.

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