Berlino di nuovo contro il governo italiano. E questa volta a finire nel mirino dell’esecutivo tedesco, che nei giorni scorsi aveva invitato l’Italia a rispettare gli accordi di Dublino ribadendo che, in caso contrario, non accetterà di accogliere una parte dei migranti sbarcati a Lampedusa, è il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che in un’intervista a La Stampa ha definito “molto grave” la decisione della Germania di finanziare le ong impegnate nell’accoglienza e nei salvataggi nel Mediterraneo. “Salvare le persone che annegano e si trovano in difficoltà in mare è un dovere giuridico, umanitario e morale. Come le guardie costiere nazionali, in particolare quella italiana, anche i soccorritori civili nel Mediterraneo centrale svolgono un compito di salvataggio con le loro imbarcazioni, mentre salvano le persone in difficoltà in mare”, ha replicato un portavoce dell’esecutivo guidato da Olaf Scholz. Mentre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, punta il dito con l’altro Paese critico nei confronti dell’Italia, la Francia, sostenendo che nel suo viaggio a Parigi spiegherà che “i respingimenti a Ventimiglia sono sbagliati”. Macron: “Non possiamo lasciare soli gli italiani, ma nemmeno accogliere tutti”

Nell’intervista, Crosetto aveva espresso giudizi molto duri nei confronti della Germania: “Berlino finge di non accorgersi che, così facendo, mette in difficoltà un Paese che in teoria sarebbe ‘amico’. Di fronte alla nostra richiesta d’aiuto, questa è la loro risposta? Noi non ci siamo comportati allo stesso modo quando Angela Merkel convinse l’Ue a investire in Turchia miliardi di euro per bloccare i migranti che arrivavano in Germania dal Medio Oriente“. Sostiene però che non esiste un “disegno europeo” contro il governo italiano.

L’obiettivo del governo italiano, ha poi ribadito il capo della Difesa, riprendendo le dichiarazioni di Meloni e Salvini degli ultimi giorni, deve essere quello di “togliere loro (agli scafisti, ndr) la certezza di poter condurre i loro traffici senza che nessuno li fermi. Superato un certo limite, diventa quasi un atto di guerra. Serve però un cambio di approccio a livello europeo. Vedo che i francesi bloccano con militari e polizia le frontiere eppure nessuno dice niente”. Alla domanda se si dovrebbe rispondere con un pattugliamento della Marina, il ministro risponde: “Non si può utilizzare la Marina. Senza un’autorizzazione a riportare le persone da dove sono partite finiremmo per fare il gioco del trafficanti di esseri umani e il lavoro delle ong. Gli scafisti vanno trattati alla stregua di criminali internazionali“.

Nella serata, poi, ha aggiunto che “mi sarei aspettato aiuto e solidarietà in un momento di difficoltà, come abbiamo l’abitudine di fare noi italiani con tutte le Nazioni quando sono in difficoltà. A noi italiani viene naturale”. E rilancia: “Per quanto riguarda i salvataggi in mare, voglio rammentare agli amici tedeschi che quelli effettuati dalle ong rappresentano appena il 5%, mentre le varie istituzioni italiane, in primis le capitanerie di porto, la Guardia di finanza e la Marina militare, che ha tra i suoi doveri istituzionali quello del salvataggio in mare di chiunque si trovi in difficoltà, rappresentano la maggior parte dei salvataggi stessi. Se la Germania avesse a cuore il destino delle persone in difficoltà e volesse davvero aiutarci a salvare vite potrebbe aiutare a costruire quello che chiamiamo ‘Piano Mattei per l’Africa’, a combattere seriamente i criminali che trafficano in esseri umani e dare una mano alle istituzioni e i corpi, militari e civili, della Repubblica italiana. Ne saremo ben felici”.

Le sue parole non sono però piaciute a Berlino che, dopo aver ricordato al ministro i doveri e gli impegni assunti a livello internazionale, spiega che “il governo federale si sta impegnando a fondo per riformare il sistema europeo comune di asilo al fine di creare un sistema sostenibile e, soprattutto, solidale per la migrazione e l’asilo nell’Unione europea, anche come condizione di base per un sistema Schengen funzionante e per l’apertura delle frontiere interne”. E sui fondi alle ong aggiunge che “abbiamo ricevuto diverse richieste di finanziamento. In due casi l’esame delle domande è già stato completato. L’erogazione dei fondi in questi due casi è imminente. Si tratta di un progetto per l’assistenza a terra delle persone soccorse in mare in Italia e di un progetto di un’organizzazione non governativa su misure di salvataggio in mare. La portata del finanziamento del progetto in ciascun caso è compresa tra 400mila e 800mila euro“.

Nella giornata di domenica ad alzare la tensione con l’altra potenza europea, la Francia, ci ha invece pensato Tajani: “Domani sarò a Parigi e dirò alla collega Colonna che a Ventimiglia la Francia sbaglia”. Poi commenta l’atteggiamento della Germania: “Giovedì sarò a Berlino e parlerò con la mia collega tedesca della decisione del governo tedesco di finanziare le ong. È un atteggiamento strano, cercheremo di capire perché si muove in questa maniera. Il problema c’è ma va affrontato in maniera solidale, non in modo egoistico. La frontiera sud siamo noi”.

Anche il presidente Emmanuel Macron, dopo le frizioni con Papa Francesco, torna sul tema e afferma che “non possiamo lasciare soli gli italiani”. Ma giustifica le politiche di chiusura francesi dicendo che “la maggior parte dei migranti” di Lampedusa “vengono dall’Africa subsahariana, da Paesi ai quali forniamo aiuti allo sviluppo. Dobbiamo dire loro ‘vi aiutiamo, ma voi dovete aiutarci a smantellare le organizzazioni'” dei passeur. Poi cerca di allentare le tensioni con il Vaticano: “Il Papa ha ragione a invitare a un soprassalto contro l’indifferenza. Noi francesi facciamo la nostra parte. Abbiamo un modello sociale generoso ma non possiamo accogliere tutta la miseria del mondo”. Il presidente francese ha anche parlato di collaborazione col governo di Giorgia Meloni dicendo di voler lavorare “con il presidente del Consiglio italiano, ha fatto una scelta forte. L’Italia si sta assumendo le sue responsabilità e sta svolgendo il suo ruolo di ‘primo porto sicuro’. La risposta è europea”. E ha concluso: “Voglio che ci offriamo di prendere degli esperti per smantellare le reti di trafficanti sulle loro coste. Lo stiamo facendo a Calais con gli inglesi, con buoni risultati. Voglio proporre a Georgia Meloni di mettere a disposizione più risorse. Poi, quando i migranti arrivano a Lampedusa, l’Europa deve aiutare a registrarli”.

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