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Ultimo aggiornamento: 17:13 del 28 Settembre 2023

L’ira di Giachetti in Aula: “Cosa ha fatto finora il governo Meloni oltre a occuparsi dello spot di Esselunga? Rispetti ogni tanto il Parlamento”

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Proteste dai banchi di Italia Viva contro il governo Meloni per il rinvio deciso nel primo pomeriggio sull’esame degli ordini del giorno in merito al ddl di conversione del decreto riguardante disposizioni urgenti su diversi temi, come il processo penale, quello civile, il contrasto agli incendi boschivi, il recupero dalle tossicodipendenze.
L’esame degli ordini del giorno era previsto per le 14.40, ma tutto è stato fermato da un intervento del sottosegretario per le Infrastrutture e i Trasporti Tullio Ferrante (Forza Italia) che, in qualità di rappresentante del governo, ha chiesto una sospensione di 35 minuti per consentire la valutazione degli ordini.
Ma alla pausa accordata dal presidente della Camera di turno, Giorgio Mulè, si sono levate grida di dissenso dal deputato di Italia Viva, Luigi Marattin, immediatamente redarguito dal parlamentare di Forza Italia.

Più pacato il dissenso espresso dal deputato Pd Federico Fornaro: “Credo che sia noto a tutti che c’era un’intesa che prevedeva un accordo tra persone che frequentano abitualmente quest’Aula per chiudere entro le 18,30 la parte relativa agli ordini del giorno. I gruppi fanno un accordo, ma se il governo ignora l’esistenza di questi impegni oppure ha altre priorità, è il governo, con il suo atteggiamento, a rischiare di non far rispettare i tempi”.

Di diverso tenore è la contestazione di Roberto Giachetti di Italia Viva, che esordisce sottoponendo Mulè a una domanda retorica: “Presidente, volevo chiederle quando sono scaduti i termini per la presentazione degli ordini del giorno?”.
“Alle 17 di ieri”, risponde Mulè.
E l’indignazione del deputato di Italia Viva esplode in modo quasi incontenibile, tra gli applausi scroscianti del suo partito, di Azione e dell’ala sinistra dell’opposizione, dal Pd ad Alleanza Verdi e Sinistra: “Ecco, le vorrei chiedere: è, secondo lei, accettabile e dignitoso che praticamente dopo 24 ore il governo si presenti per chiedere 35 minuti per valutare 66 ordini del giorno dei quali ha perfetta cognizione da 24 ore? C’è un limite, presidente; un conto è che gli ordini del giorno vengano presentati all’ultimo momento e il governo debba prendere del tempo, ma è da ieri, alle 17, che sono scaduti i termini per la loro presentazione”.

E rincara, facendo riferimento alle esternazioni social di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini sul discusso spot della Esselunga: “Ma che ha fatto in queste ore il governo, oltre a occuparsi dello spot di Esselunga, che è sicuramente un elemento fondamentale? Ma nel suo incedere e fare, si occupa ogni tanto anche di rispettare il Parlamento?“.
Mulè risponde imbarazzato: “Come lei sa, così come anche l’onorevole Fornaro e i colleghi, io non posso che prendere atto del fatto che il governo abbia chiesto questa sospensione”.
Poi propone di usare quei 35 minuti contestati per anticipare la discussione sulle pregiudiziali di costituzionalità, guadagnandosi il No corale dell’opposizione. A Mulè non resta quindi che sospendere la seduta che riprenderà dopo un’ora.

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