È caos a Porto Empedocle dove centinaia di migranti sono fuggiti dalla struttura di accoglienza presente sul molo della cittadina poco distante da Agrigento. Il sistema dei trasferimenti è andato in tilt, con serie difficoltà a reperire bus, e la tensione nella città marinara è molto alta. “In 200-300 sono scappati non per andare in altri luoghi, ma per andare a cercare qualcosa da mangiare e bere. È veramente vergognoso”, racconta il sindaco empedoclino Calogero Martello.

La fuga di massa – Nelle ore precedenti la visita a Lampedusa di Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, migliaia di migranti sono stati trasferiti dall’isola, molti di questi con i traghetti di linea diretti a Porto Empedocle. Così mentre l’hotspot di Lampedusa è stato ripulito – al momento della visita dei vertiti italiani ed europei erano presenti con solo 1.500 migranti, rispetto alle 5-6 mila presenze dei giorni precedenti – la piccola struttura di pre-identificazione presente a Porto Empedocle si è ritrovata sotto pressione, ospitando oltre 1.300 persone. Un’area che non è assolutamente attrezzata per questi numeri e nella quale già a metà agosto si erano registrati disordini e momenti tensione. Da domenica i migranti stipati hanno tentano più volte di fuggire. Circa trecento sono già riusciti a lasciare la struttura e sono in corso le ricerche per rintracciarli. Ma a differenza delle fughe dal centro d’accoglienza di Lampedusa, da Porto Empedocle è più facile far perdere le proprie tracce.

I problemi con i bus – Al molo empedoclino c’è preoccupazione per i trasferimenti a singhiozzo a causa della mancata disponibilità delle autolinee private di mettersi in viaggio verso il nord Italia. Cosa che esaspera la situazione. Dopo l’incidente stradale di venerdì scorso lungo l’autostrada A1, che è costato la vita a due autisti del bus che trasportava migranti, le ditte di autolinee non danno più piena disponibilità ad effettuare i trasferimenti. La prefettura di Agrigento ha così deciso, intanto, di bloccare gli imbarchi di migranti sui traghetti di linea provenienti da Lampedusa proprio per non sovraccaricare ulteriormente Porto Empedocle. Il traghetto Paolo Veronese con quale sono stati trasferiti 600 migranti da Lampedusa a Catania, concluse le operazioni di sbarco non rientrerà nell’isola delle Pelagie, ma farà rotta verso Porto Empedocle per alleggerire la tensostruttura del porto che è in sofferenza. La nave sarà impiegata per ridurre il numero di persone presenti nel centro di Porto Empedocle. Intanto verso la tensostruttura empedoclina sono stati alcuni autobus della polizia e dell’esercito per trasferire circa 300 delle persone presenti. Altri bus privati sarebbero stari reperiti. L’obiettivo è quello di sgomberare il centro nelle prossime ore.

Situazione critica anche a Catania – Non va meglio a Catania dove ci sono delle criticità al centro di accoglienza realizzato nell’ex hub vaccinale di San Giuseppe La Rena dove sono arrivati gli oltre 600 migranti trasferiti con la nave Paolo Veronese da Lampedusa. Per consentire di creare spazi liberi per l’accoglienza sono stati effettuati dei trasferimenti, coordinati dalla Prefettura. Inoltre nella struttura, di proprietà del Comune, la Protezione civile regionale sta montando un altro tendone da 300 metri quadrati per ampliare il numero di posti. Secondo quanto si è appreso l’arrivo del traghetto della Siremar a Catania avrebbe subito un ritardo, doveva approdare ieri sera lo ha fatto stamattina, proprio per permettere di effettuare i trasferimenti di almeno 300 migranti già presenti nel capoluogo etneo.

Ferito un poliziotto – “Nelle ultime ore la situazione a Porto Empedocle è diventata esplosiva”, spiega Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp. “Da ieri sera – aggiunge – ci sono circa 1.300 migranti sulla banchina e sono solo 20 gli agenti di polizia a tutela dell’intera area. Questa notte alcuni migranti, in larga parte non ancora identificati, hanno tentato di scappare scavalcando le recinzioni e, così facendo, hanno schiacciato il cordone di poliziotti che tentava di impedirne la fuga. Un agente di polizia è rimasto ferito riportando diverse lesioni e una lussazione alla spalla”, ha concluso.

Il sindaco: “Vergognoso” – “È una situazione esplosiva che non può continuare così”, denuncia sui suoi canali social il sindaco di Porto Empedocle, Calogero Martello, eletto con il sostegno di Forza Italia e liste civiche. “Il governo Meloni sarebbe dovuto venire anche a Porto Empedocle perché è necessario, come secondo porto d’approdo, trovare una soluzione”, ha proseguito: “Se non avremo risposte entro 24/48 ore anche Porto Empedocle, che è sempre stata città d’accoglienza, farà le barricate come a Lampedusa. Queste condizioni sono disumane in un Paese, l’Italia, che non può accogliere in questo modo donne, bambini che si sentono male. Donne, bambini che non riescono a mangiare e bere regolarmente e che si ammazzano per un pezzo di pane”. “Questo hotspot che dovrebbe contenere solo per transito 200/250 persone, ne contiene almeno 2000 – ha concluso Calogero Martello – è inaccettabile. Sotto il sole, in condizioni disumane”.

Nuovi sbarchi – Bloccati i trasferimenti verso Porto Empedocle, aumentano i migranti all’interno dell’hotspot di Lampedusa, dove sono oltre 1.300. Gli sbarchi, infatti, non si fermano: in mattinata sono approdati circa 34 migranti che sono state soccorsi dalla Guardia costiera. Poco dopo altri 144 migranti, compresi due bambini e cinque donne, sono sbarcati a molo Favarolo. A soccorre il barcone di 12 metri, partito da Zwuarha in Libia, è stata la motovedetta G118 della Guardia di finanza. Uno dei migranti sbarcati stava male ed è stato portato al Poliambulatorio. Un altro barchino con 39 persone, partito invece dalla Tunisia, è arrivato nel pomeriggio. Per i trasferimenti non potrà essere utilizzata la nave Paolo Veronese, diretta a Porto Empedocle per alleggerire la pressione sulla tensostruttura.

La protesta dei lampedusani – Gli abitanti di Lampedusa, dopo i vari sit-in organizzati nei giorni scorsi, hanno dato il via all’assemblea permanente in piazza della Libertà. “La priorità sarà data ad azioni e manifestazioni che blocchino la realizzazione di qualsiasi struttura legata alla gestione del traffico di esseri umani e alla militarizzazione”, dicono gli organizzatori che da giorni protestano contro la possibile costruzione di una tendopoli sull’isola.

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