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Un ufologo mostra due “cadaveri alieni” al Congresso del Messico: “Hanno più di mille anni, non siamo soli in questo vasto Universo

Si tratta di un evento storico, almeno a livello pubblico ed istituzionale

di Davide Turrini

L’ufologo e i due “cadaveri alieni” che sembrano piccoli ET mostrati al Congresso del Messico. In queste ore tra addetti ai lavori non si parla d’altro. Si tratta di un evento storico, almeno a livello pubblico ed istituzionale. Un ufologo ha parlato di presenze aliene nei nostri cieli e ha mostrato due bare con due piccole creature aliene defunte da centinaia di migliaia di anni al Parlamento messicano davanti ai deputati nazionali. L’ufologo si chiama Jaime Maussan Flota e mentre spiegava che “non siamo soli in questo vasto Universo” e “in questo momento stiamo facendo la Storia” ha fatto aprire due piccole bare scure di fianco a lui contenenti due salme ben conservate di creaturine aliene che sembrano identiche ai pupazzetti realizzati da Carlo Rambaldi per il film di Steven Spielberg. “Sono i corpi extraterrestri risalenti a più di mille anni fa e sono stati ritrovati a Cusco, in Perù. Sono già stati studiati dall’Università Nazionale Autonoma del Messico utilizzando l’analisi del carbonio 14”, ha sottolineato l’ufologo.

Qui, peraltro, si apre un dibattito che non riusciamo a ricostruire nei dettagli. Sappiamo ad esempio che un altro presunto cadavere alieno, tal “Tiny Mummy”, risalente a oltre 1500 anni fa, trovato sempre in Perù ma a Nazca, ha rivelato un DNA totalmente umano. Mente su queste due nuove creaturine non troviamo alcun dato di analisi passata. Fermo restando che possono essere perfino due bambolotti, la tesi portata avanti da Maussan è quella di una presenza aliena nel passato remoto che avrebbe collaborato con gli umani e poi se ne sarebbe partita per altri lidi spaziali. Per questo particolare e storico evento sono arrivati da tutto il mondo parecchi ufologi, ma anche deputati di altri parlamenti nazionali che hanno sottolineato l’importanza di stabilire un protocollo formale per registrare a livello mondiale le segnalazione di UFO o UAP, nonché a cruciale nascita di un dipartimento specifico interno al Pentagono degli Stati Uniti per questo tipo di funzione, chiamato “All-domain Anomaly Resolution Office”.

Anhe Yoshiharu Asakawa, un parlamentare giapponese, è intervenuto spiegando che “in Giappone ci sono molti avvistamenti, ma il governo non vuole pubblicizzarli”. Con lui tanti piloti civili e militari tra cui l’oramai celebre Ryan Graves, ex pilota di combattimento statunitense che a luglio scorso ha rilasciato la sua testimonianza davanti al Congresso degli Stati Uniti: “Se gli Ufo sono droni stranieri, è un problema urgente di sicurezza nazionale. Se è qualcos’altro, è un problema per la scienza. In entrambi i casi, gli oggetti non identificati sono una preoccupazione per la sicurezza dei voli aerei”. Sia Graves che altri colleghi argentini e francesi hanno ricordato che oggi serve “un sistema in cui i piloti possano segnalare senza la paura di perdere il lavoro”. Perché sembra che la reticenza di molti piloti nel segnalare oggetti in volo non identificati stia tutta nel timore di essere presi per pazzi e di perdere il lavoro.

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