Seconda edizione del Festival RE/SISTER! che si terrà dal 15 al 17 settembre all’interno del Parco della Musica (ex Eridania) di Parma, organizzato dalla Casa delle Donne e dal Comune di Parma. L’evento, a cadenza biennale, ospiterà dibattiti, musica e spettacoli. La rassegna si apre con la parata di musica e danze delle Murga libre di Milano e Padova e, in serata, il concerto di Cristina Donà. Nel Centro di Produzione Musicale Arturo Toscanini inaugureranno inoltre le mostre della street artist afgana Shamsia Hassani e dell’artista fiorentina C_SKA_ART.

Il tema centrale, filo conduttore di tutti i sette talk in programma, sarà “Su la testa!”. Sotto la tettoia Liberty del parco si parlerà di come la militanza collettiva femminista, transfemminista e i movimenti di donne, stiano facendo sentire sempre di più la loro voce nel mondo, operando per cambiare e orientare il dibattito su questioni politiche e sociali fondamentali. In quest’ottica durante il primo talk “Per vedere più lontano: generazioni femministe a confronto” si confronteranno Carlotta Cossutta, ricercatrice in Filosofia Politica; Silvia Federici, scrittrice e filosofa; l’attivista Luce Scheggi; Giorgia Serughetti, filosofa e ricercatrice. Insieme discuteranno su come, seppur attraverso pratiche e linguaggi nuovi, donne e altre soggettività queer oggi stiano proseguendo battaglie e rivendicazioni che arrivano da lontano.

L’occupazione femminile sarà al centro dell’incontro “Di lotte, di cura e di lavoro”. Un tema centrale anche nell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, che sarà analizzato da varie prospettive, guardando soprattutto alle particolarità dell’Italia, dove esiste ancora un significativo gap di rappresentanza in settori specifici e mancanza di pari retribuzioni. Si parlerà di battaglie globali con Deborah Lucchetti, coordinatrice della campagna internazionale Abiti Puliti – che opera per la difesa dei diritti di lavoratori e lavoratrici nell’industria della moda – e alcune rappresentanti di importanti lotte sindacali italiane come la sindacalista Eliana Como, le lavoratrici della Saga coffee Bologna e le operaie della Corneliani Mantova.

Ecofemminismo o barbarie analizzerà i rapporti di dominio che violano sia l’ambiente che le donne. La correlazione tra le diseguaglianze di genere e la degradazione ambientale saranno al centro di questo incontro con la ricercatrice Laura Corradi, la fotografa e attivista Fabiana Cioni, la Collettiva Matsutake e la Laboratoria ecologica Berta Càceres Roma.

I temi della guerra e della migrazione saranno ampiamente trattati. Infatti due talk approfondiranno questi argomenti da differenti punti di vista. Nel primo Femminismo intersezionale: lotte e nuove alleanze si incontreranno l’Assemblea Donne del Coordinamento Migranti di Bologna, l’Associazione Penelope di Catania, l’attivista per i diritti umani Marwa Mahmoud e la docente di antropologia dei processi migratori (Università degli studi di Milano Bicocca) Barbara Pinelli. Il dibattito affronterà il tema della mobilitazione collettiva delle persone con background migratorio, riflettendo sull’importanza di costruire nuove collaborazioni e nuovi percorsi di cittadinanza.

Le conseguenze dei conflitti internazionali, le ripercussioni gravi di instabilità e indigenza sulle questioni di genere saranno affrontate in Lasciateci in pace. Donne in tempo di guerra. Benedetta Argentieri, giornalista e regista, Bruna Bianchi, docente di Storia delle donne e Storia del pensiero politico e sociale contemporaneo (Università Ca’ Foscari di Venezia), Cecilia Dalla Negra, giornalista e ricercatrice specializzata nella questione Palestinese e Nayera El Gamal, esperta di Kurdistan ricostruiranno i fondamenti del pacifismo femminista analizzando diversi contesti in cui le donne hanno preso parte nei confronti dei conflitti armati, dal Rojava alla Palestina, dalla Siria all’Ucraina.

I legami poliamorosi, le relazioni affettive etiche con più persone, non necessariamente centrate sull’amore romantico, saranno trattate all’interno dell’incontro “Poliamore o la rivoluzione degli affetti” con Nicole Braida ricercatrice e scrittrice, la Collettiva Poliamorica Bologna, le podcaster Girandola autrici di Faq the Poly. Molte voci a confronto per riflettere sull’interconnessione tra le relazioni etiche non monogame e le pratiche transfemministe e queer, il cui scopo è decostruire gli assunti del sistema patriarcale.

“Resisteriamo. Comunicare oltre il patriarcato” sarà l’occasione per trattare un altro argomento molto attuale, ovvero quello dei Social e dei media online. Se infatti si moltiplicano i canali digitali che danno voce all’attivismo femminista e transfemminista, nella rete trova spazio anche una comunicazione tossica e violenta. Ad analizzare insieme rischi e opportunità di questi strumenti saranno la piattaforma Chayn Italia, il Collettivo Moleste che si occupa di parità di genere nel mondo del fumetto, Elena D’Epiro, titolare del profilo instagram @trans.fakenews e il Collettivo biellese Le parole fucsia.

All’interno del Parco della Musica (ex Eridania) ci saranno poi numerosi banchetti di artigiani, Associazioni no-profit e food trucks di cibo locale e biologico. In questo clima si susseguiranno tante performance dal vivo tra cui il concerto di musica balcanica di Ajde Zora, il mix di sonorità napoletane e sudamericane degli Alma’ngarrà, le Percussioni della Filarmonica Arturo Toscanini, le canzoni popolari di La Menestrella Femminista, le interpretazioni di canti anarchici e resistenti di Mara Redeghieri (storica voce degli Üstmamò), e gli allievi dell’Accademia Résonnance in una esibizione acustica. Performance urbane prenderanno vita con Aide, un gruppo di donne di tutto il mondo che avvicinerà ed entrerà in dialogo con il pubblico e i passanti. Numerosi gli spettacoli teatrali in calendario. Odissea nel pollaio con l’attrice, clown e marionettista Irene Michailidis, Non conosciamo mai la nostra altezza delle attrici e registe Sandra Soncini e Franca Tragni, Bianca come i finocchi in insalata della Compagnia del calzino. In cartellone anche i monologhi della comica Sofia Gottardi e quello di Roberta Biagiarelli dal titolo Figlie dell’epoca, un racconto che prende spunto dal Congresso internazionale delle Donne tenutosi all’Aja nel 1915, durante la Prima Guerra mondiale.

Articolo Precedente

Le carriere alias a scuola sono un atto di civiltà: chi le contesta non conosce la realtà

next
Articolo Successivo

Carriere alias nelle scuole, il presidio davanti alla Regione Lombardia: “I nostri figli sono molto coraggiosi, vanno aiutati e non ostacolati”

next