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Il Marocco accetta aiuti internazionali per il sisma solo da 4 paesi (e non dalla Francia). Fonti diplomatiche: “Approccio rigoroso”

Il Marocco accetta aiuti internazionali per il sisma solo da 4 paesi (e non dalla Francia). Fonti diplomatiche: “Approccio rigoroso”
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Con un comunicato il ministero degli Interni marocchino ha precisato di aver accettato, per il momento, solo aiuti da quattro paesi “amici” in risposta al sisma che ha colpito il paese provocando oltre 2.100 morti. “Le autorità marocchine hanno risposto favorevolmente, in questa fase specifica, alle offerte di sostegno dei paesi amici Spagna, Qatar, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti, che si erano offerti di mobilitare squadre di ricerca e soccorso” ha precisato un in comunicato ufficiale la televisione marocchina 2M. La giustificazione di Rabat fa riferimento ad una “valutazione precisa” dei bisogni considerando che “la mancanza di coordinamento in tali situazioni potrebbe essere controproducente”, ma non è esclusa l’ipotesi di chiedere aiuto ad altri paesi se necessario.

La vicenda è particolarmente rilevante per quanto riguarda la proposta della Francia, un paese che con il Marocco vanta uno stretto rapporto politico, storico e diplomatico per il fatto che per oltre quarant’anni è stato un protettorato francese, di fatto una colonia. Il presidente Emmanuel Macron dal G20 di New Delhi ha espresso la disponibilità del suo Paese a collaborare affermando che “la Francia è disposta ad offrire il suo aiuto al Marocco se il Marocco decide che è utile”, ricordando che milioni di cittadini francesi hanno radici marocchine e familiari nelle regioni colpite dal terremoto e si tratta di una “tragedia che tocca nel profondo il popolo francese”. Anche la Turchia, colpita recentemente da un terribile sisma che ha causato 60mila morti, ha offerto esplicitamente il proprio aiuto al Marocco senza ottenere risposta positiva.

Una fonte diplomatica marocchina ha precisato nella giornata di ieri che il paese sta seguendo un “approccio responsabile, rigoroso ed efficace” per gestire le richieste di sostegno internazionale, collegandole ai bisogni che si presentano sul campo. “Una volta individuata la necessità, comunichiamo con coloro che hanno fatto l’offerta corrispondente a quella necessità per dire loro di fornire quell’aiuto” ha poi puntualizzato.

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