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Migranti, nel Nord-Est l’agitazione dei sindaci di centrodestra. Dipiazza: “Trieste è come Lampedusa”. A Padova pronte le palestre

Migranti, nel Nord-Est l’agitazione dei sindaci di centrodestra. Dipiazza: “Trieste è come Lampedusa”. A Padova pronte le palestre
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In Friuli Venezia Giulia e in Veneto crescono le tensioni tra gli amministratori locali per l’arrivo di nuovi migranti. I fronti sono due. Il primo riguarda Trieste, e Gorizia, porte di ingresso della “rotta balcanica”, il secondo le province venete, dove si stanno attrezzando nuove strutture, tra cui tre palestre a Padova, per l’accoglienza.

Novemila arriva dai Balcani – Dall’inizio dell’anno sono quasi 9mila gli arrivi da Slovenia e Croazia. Restano tutti nel territorio regionale, visto che da maggio non vi sono più ricollocazioni in altre regioni. Roberto Dipiazza, sindaco di centrodestra del capoluogo giuliano, dichiara: “Basta, basta e ancora basta. La mia città non è più in grado di accogliere nessuno. Qui siamo come a Lampedusa, altro che balle”. Ha spiegato che strade e piazze del centro storico, non solo le aree periferiche del porto, sono trasformate in grandi bivacchi. “Non so più cosa dire alla gente che si lamenta. Hanno ragione. Qui non si può fermare più nessuno e anche quelli che ci sono vanno fatti allontanare”. Essendo esponente delle forze politiche del governo nazionale, Dipiazza compie una piroetta per non sembrare che le sue parole diventino la dimostrazione dell’inefficienza statale di affrontare il problema. Per questo aggiunge: “Ho fatto un brutto pensiero, ma come diceva qualcuno più importante di me, a pensar male a volte ci si azzecca: vuoi vedere che tutti questi migranti che arrivano in Italia proprio ora fanno parte di un piano per depotenziare il governo Meloni? Nessuno me lo toglie dalle mente”. Non dice però chi sarebbe l’autore di questa macchinazione e, soprattutto, come sarebbe attuata, visto che la rotta balcanica da anni è sostenuta dai passeur che lucrano sui bisogni e sulle paure di chi vuole raggiungere l’Europa.

“Mobilitiamo l’esercito” – In prima linea si trova anche Gorizia, dove almeno un centinaio di migranti sono accampati al varco di Casa Rossa. Il sindaco Rodolfo Ziberna, di Forza Italia: “Bisogna intervenire subito, regolamentando gli arrivi già a partire dal controllo dei confini europei e gestendo l’integrazione o la situazione ci sfuggirà completamente di mano. Siamo a un punto di non ritorno, l’Europa reagisca o saremo travolti”. Addirittura ha invocato l’utilizzo dell’esercito per bloccare la rotta balcanica, riferendosi anche alle decisioni del passato prese da Matteo Salvini. “In caso contrario ci troveremo con città trasformate in bombe sociali. Un ministro non può essere denunciato, perché ha cercato di impedire l’invasione. L’immigrato regolarizzato dovrà conoscere la lingua del Paese che lo ospita e rispettare leggi, usi e costumi: i crocifissi non vanno tolti”. Alla luce di ingressi medi giornalieri più che raddoppiati rispetto a un anno fa (37 contro 15), il commissario per l’immigrazione Valerio Valenti ha convocato i prefetti friulani per la prossima settimana.

A Padova si preparano le palestre – Siccome sono in arrivo in Veneto altri 150 migranti (già partiti a bordo di tre pullman dai punti di approdo, soprattutto a Lampedusa) si preparano strutture per l’accoglienza. Il punto di smistamento sarà la Questura di Marghera, poi verranno divisi nel territorio. Per questo a Padova (ne sono in arrivo 28, di cui 4 minorenni) viene aperta una terza palestra (due sono in città, una a Selvazzano) che ospiterà i maggiorenni. Però due delle tre palestre sono un alloggio provvisorio, visto che dal 7 settembre devono tornare nella disponibilità delle scuole. A Selvazzano è stato costituito un comitato contrario alla dislocazione nella frazione di Feriole. Decine di cittadini hanno firmato una petizione con cui chiedono che la permanenza non si protragga per più di tre settimane (a partire dal 21 agosto) e che vi sia un controllo costante delle forze dell’ordine.

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