Ha accompagnato il ministro delle Imprese e del Made in Italy in giro per l’isola. Sono stati, insieme al prefetto di Agrigento, al molo Favarolo dove avvengono gli sbarchi dei migranti salvati nel Mediterraneo dalle motovedette della Guardia costiera e Guardia di finanza. Insieme hanno attraversato quella banchina calpestata ogni giorno da migliaia di migranti, facendosi spazio tra le taniche di carburante – quelle che vengono portate via dai barchini lasciati alla deriva – ma anche vestiti, scarpe e coperte termiche. Sullo sfondo le numerose imbarcazioni abbandonate in attesa di essere rimosse. Con Adolfo Urso ha visitato l’hotspot, strapieno con oltre 4 mila migranti. Urso ha fatto sapere che la sua presenza “è un segno di attenzione da parte del governo”, ma al sindaco di Lampedusa questo non basta. Così a margine della visita del ministro non risparmia critiche all’Esecutivo di Giorgia Meloni.

“È sotto gli occhi di tutti che il fenomeno migratorio al governo gli sia esploso in mano, e in questo senso condivido le parole del nostro presidente della Repubblica secondo cui ‘occorre percorrere strade diverse‘”, ha detto Filippo Mannino. Dure accuse che arrivano da un sindaco “amico” della maggioranza di governo. Mannino in passato è stato vicino al Movimento 5 stelle e si era già candidato alle elezioni comunali del 2017, risultando non eletto. Ci riprova nel giugno del 2022, questa volta riuscendo nell’impresa. Diventa così sindaco con una lista civica di area centrodestra: fra i candidati consiglieri comunali c’è anche il coordinatore della Lega a Lampedusa, Attilio Lucia, subito nominato vicesindaco.

Nonostante questo, il primo cittadino non fa sconti e contesta anche la dichiarazione dello stato d’emergenza sui migranti, decisa dal governo nel mese di aprile, che “non ha prodotto alcun risultato concreto per Lampedusa”. Mannino insiste: “Nessuno dei problemi che denunciamo da anni è stato affrontato”. Così il sindaco elenca tutte le criticità dell’isola: dalla gestione dei rifiuti, al “tema delle bare per i migranti e dei servizi di onoranze funebri, ancora oggi in capo al Comune di Lampedusa”, ma anche i barchini “che deturpano le coste e il mare e mettono in pericolo la navigazione”. E critica anche i tempi dei “trasferimenti dei migranti verso la Sicilia”. “Solo annunci – ha rimarcato Mannino – . Occorre percorrere nuove strade. Il ministro dell’Interno dica cosa intende fare e soprattutto con quali risorse. La nostra pazienza sta finendo“. Così si rivolge direttamente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, invitandola a “venire a passare due giorni a Lampedusa con me. Ci sediamo nel mio ufficio, dopo aver visitato l’isola, e insieme troveremo una soluzione. Ne sono sicuro”, conclude Mannino.

A livello politico non arriva nessuna reazione alle sue parole. A replicare e criticare le affermazioni di Mannino sono però le forze dell’ordine. “Il sindaco di Lampedusa dovrebbe tener conto del sacrificio delle forze di polizia e dei risultati invero straordinari che dicono il contrario che è sotto gli occhi di tutti e che anche la stampa conosce bene: la celerità dei trasferimenti dei migranti”, si apprende da ambienti della Questura e delle forze dell’ordine di Agrigento: “Grazie allo sforzo delle forze di polizia e della struttura del Ministero dell’interno, Dipartimento della Ps e Dipartimento delle Libertà civili con Questure e Prefetture, i migranti – fanno sapere – permangono sull’isola per 6/36 ore al massimo”.

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