Altro che salviniani “cicli indipendenti dall’uomo” o capezzoniano “estremismo ambientalomane”. Sulla crisi climatica il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si appella alla pressoché unanime posizione della scienza e chiarisce “non c’è più tempo da perdere”. Lo scrive insieme ai capi di Stato di Croazia, Grecia, Malta, Portogallo e Slovenia in un appello indirizzato all’Unione Europea, agli altri paesi del Mediterraneo e alla comunità internazionale. Parole che stridono anche con quanto affermato di recente dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni che nel suo intervento al convegno del partito di estrema destra spagnolo Vox ha parlato di un “fanatismo ultra ecologista della sinistra”.

“Come previsto, la crisi climatica è arrivata e ha raggiunto dimensioni esplosive, tanto che si parla ormai di stato di emergenza climatica”, si legge nella lettera firmata dai sei capi dello Stato. “Il Segretario Generale delle Nazioni Unite alla fine di luglio ha definito la crisi attuale uno stato di ebollizione globale. I suoi effetti sono visibili soprattutto nella nostra regione, il Mediterraneo, che è gravemente colpita e a rischio immediato non soltanto di scarsità di acqua ed elettricità, ma anche di inondazioni, diffuse ondate di calore, incendi e desertificazione. I fenomeni naturali estremi stanno distruggendo l’ecosistema e minacciando la nostra vita quotidiana, il nostro stile di vita”, si legge nell’appello.

La richiesta dei sei presidenti è quella di mantenere il clima in cima all’agenda politica. A darne notizia è una nota del Quirinale che spiega come l’appello faccia riferimento crisi climatica nelle aree del Mediterraneo e alla necessità di reagire subito da parte di tutti. Tutti i firmatari dell’appello – oltre a Mattarella anche Zoran Milanovic (Croazia), Katerina Sakellaropoulou (Grecia), George Vella (Malta), Marcelo Rebelo de Sousa (Portogallo) e Natasa Pirc Musar (Slovenia)- fanno parte del Gruppo Arraiolos, una riunione multinazionale informale di presidente di Paesi membri che si occupano di questioni relative al futuro dell’Unione europea.

I sei capi di Stato, dunque, proseguono: “Non c’è più tempo da perdere, non c’è più tempo per scendere a compromessi per ragioni politiche o economiche. È imperativo agire e prendere iniziative urgenti ed efficaci. Tutti i Paesi del Mediterraneo devono coordinarsi e reagire, impegnarsi in uno sforzo collettivo per arrestare e invertire gli effetti della crisi climatica”, si legge ancora. “È dovere di tutti noi agire in questa direzione e adottare politiche concrete volte a questo sforzo. Sensibilizzare l’opinione pubblica, educare e ispirare in tutti l’etica della responsabilità ambientale. Non solo per il presente, ma anche per il futuro dei nostri figli e delle generazioni che verranno”, concludono i presidenti.

Sergio Mattarella aveva sottolineato la gravità della situazione già la scorsa settimana parlando ai giornalisti parlamentari. “Le terribili immagini” delle catastrofi che hanno colpito varie regioni italiane negli ultimi giorni e mesi, “eventi legati palesemente alle conseguenze del cambiamento climatico”, sono tali che “tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per la realtà che stiamo sperimentando appaiono sorprendenti. Occorre avere la consapevolezza che siamo in ritardo”, aveva affermato in quell’occasione il presidente della Repubblica. Parole che sono arrivate dopo una serie di titoli di negazionisti su organi di stampa vicini ai partiti di governo come i quotidiani Libero o la Verità e dopo le parole del compagno della premier Andrea Giambruno che ora conduce un programma su Canale 5. Tre giorni fa il leader Lega Matteo Salvini ha detto che lo scioglimento dei ghiacciai non ha a che fare con l’inquinamento umano ma è qualcosa di “ciclico” e che basta studiare la storia per capirlo. Una interpretazione degli accadimenti che non trova nessuna conferma negli studi scientifici sull’argomento che anzi affermano la certezza del ruolo dell’inquinamento.

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